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Umanesimo e Rinascimento

Sito: Meta-Apprendisti
Corso: Liceo Italiano IMI di Istanbul (classi seconde)
Libro: Umanesimo e Rinascimento
Stampato da: Utente ospite
Data: domenica, 28 aprile 2024, 09:51

1. Umanesimo

L'esperienza comunale italiana ha portato alla ribalta una nuova classe sociale che in virtù delle sue capacità economiche ha preso il sopravvento sulle vecchie gerarchie medievali e pretende adesso anche di governare: la borghesia.

Nel vecchio sistema degli ordini la borghesia non ha un ruolo se non negativo: laboratores che non vogliono lavorare e che quindi mettono in disordine l'equilibrio voluto da Dio.

Ma il modello economico, lungo il Trecento, cambia e nel nuovo il ruolo della borghesia mercantile e industriale è inevitabile ed ecco che allora si fa necessario un cambio culturale che dia al borghese un suo ruolo.

Ma chi è il borghese? Un uomo che è uscito dal suo stato di lavoratore e si è fatto da sé (self made man) in virtù non della sua nascita (in quanto non è un principi) ma della sua abilità e intelligenza. Ecco che dunque serve una cultura che dia all'uomo un ruolo in base a questa sua capacità, serve una cultura che valorizzi l'uomo per la sua intelligenza e di conseguenza per la sua libertà nell'usarla.

L'umanesimo dice proprio questo: l'uomo non è schiavo per volere di Dio (come nel sistema di Adalberone) ma libero per volere di Dio, e nella sua libertà può scegliere cosa essere e come essere.

Il termine umanesimo significa proprio recuperare questa centralità dell'uomo nel suo rapporto con Dio (che non viene eliminato): l'uomo è al centro del suo mondo perché Dio ha voluto qualcuno che, dotato di ragione, possa comprenderne la sua Opera. La ragione umana torna dunque grande. 

Esattamente come nella filosofia e nella cultura degli antichi (il termine umanesimo prende il nome proprio dalle Humanae Litterae che si torna a studiare nella loro originalità - in quanto precedentemente i pochi testi classici rimasti erano arrivati grazie alla copiatura avvenuta nei monasteri da parte dei monaci cosiddetti "copisti", ma spesso questi testi erano interpretati alla luce del cristianesimo, e non originali).


2. Umanesimo Civile

Uno dei tratti caratteristici dell'Umanesimo è quello che si chiama Umanesimo Civile, ovvero l'idea che l'intellettuale non dovesse usare la propria intelligenza e cultura privatamente, ma dovesse metterla a disposizione delle istituzioni e della città.

Indirettamente questo concetto rimanda all'idea che i borghesi possono governare le città, in nome del loro merito ma che dovessero restituire alla città qualcosa: cultura (con la costruzione di scuole e accademie), arte, ricchezza.

Molta importanza avevano nelle città italiane del 400 le università: servivano a diffondere questa nuova cultura borghese.

3. Umanesimo Cristiano

Anche il Cristianesimo viene, a volte, pervaso da questo nuovo spirito di recupero della centralità dell'uomo. L'idea di fondo è: con Cristo Dio si è fatto uomo per essere compreso dagli uomini (e non per essere incomprensibile ai più, come secondo la teoria di Adalberone). Bisognava quindi tornare al cosiddetto cristianesimo delle origini quando la comunità cristiana era formata da uomini e non solo dalla gerarchia ecclesiastica.

Uno degli interpreti dell'Umanesimo Cristiano è Erasmo da Rotterdam il quale, nella sua opera Elogio della Follia, evidenzia come le alte gerarchie ecclesiastiche (con il Papa) abbiamo profondamente modificato il cristianesimo dimenticando i suoi valori umani.

4. Filologia

Una delle scienze sviluppate durante l'umanesimo fu la Filologia (alla lettera: amore per il discorso) che ebbe tra i suoi più conosciuti interpreti Lorenzo Valla.

Compito della filologia era recuperare la cultura degli antichi attraverso lo studio del loro modo di scrivere. La cultura di ogni popolo, infatti, passa inevitabilmente attraverso il suo linguaggio che a sua volta mostra la sua visione del mondo.

È attraverso la filologia che Lorenzo Valla scopri che il documento detto "La donazione di Costantino" era un falso poiché scritta con un latino che non poteva essere conosciuto nel IV secolo ma appartenente invece ad un latino medievale in uso nella Chiusa molti secoli dopo.

5. Rinascimento

Quando parliamo di Rinascimento ci riferiamo a molti degli effetti che la nuova cultura umanista ha avuto in Italia e in Europa.

Tra due di quest effetti abbiamo: il mecenatismo e una nuova visione della Natura.

Mecenatismo

Con il termine mecenatismo intendiamo quella pratica in voga nelle grandi famiglie italiane di prendere sotto la propria tutela grandi artisti del tempo e di commissionare loro opere d'arte.

Prendiamo come esempio la famiglia Medici a Firenze.

I Medici erano molto ricchi ma erano borghesi e non avevano nessun titolo per governare se non il controllo delle istituzioni repubblicane (vedi "L'Italia tra Tre e Quattrocento"). Da Cosimo de Medici questa famiglia fece propria l'abitudine di pagare a spese proprie i migliori artisti del tempo per rinnovare chiese e palazzi pubblici. Sul perché lo facesse possiamo sintetizzare in questo modo:

  • Per sé: per la propria gloria. Gli artisti facevano opere bellissime che sarebbero rimaste legate al nome dei Medici
  • Per la città: per diffondere nella città questa nuova cultura borghese secondo la quale chi si arricchisce non lo fa solo per sé, dimostrando quindi che il governatore legittimo è quello che dimostra di essere capace, non chi nasce nobile
  • Per Dio: i mercanti erano fino a poco tempo prima accusati di essere peccatori nei confronti di Dio (perché trasgredivano la tripartizione degli ordini da lui voluta). Costruendo opere per la Chiesa si facevano perdonare e dimostravano che la loro ricchezza non era, appunto, solo per sé, ma per diffondere l'idea che anche Dio vuole che chi abbia intelligenza possa usarla a beneficio di tutti. Le opere inoltre servivano per insegnare i precetti del cristianesimo in un paese dove la maggior parte della popolazione era analfabeta.
Nuova idea della Natura

Per il rinnovato uso della ragione si fa più ottimista, nell'uomo, la speranza di poter comprendere di Dio la sua Opera, intesa non solo come volontà, ma anche Natura. La Natura è quel luogo dove le cose nascono e muoiono ma obbedendo a leggi sempre uguali (giacché sono fatte da Dio e Dio non cambia idea, una volta imposta alla Natura una legge questa è eterna).

Per poter comprendere la Natura però bisogna che queste leggi sia misurabili ovvero razionali, comprensibili alla natura attraverso dei numeri. Da qui l'idea che la natura sia scritta in numeri e che all'uomo la capacità di scoprirli e trasformarli in leggi matematiche.