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Il Sacro Romano Impero (appunti)

Da Carlo Magno a Ottone III

Sito: Meta-Apprendisti
Corso: Liceo Italiano IMI di Istanbul (classi terze)
Libro: Il Sacro Romano Impero (appunti)
Stampato da: Utente ospite
Data: lunedì, 17 giugno 2024, 15:29

1. La fine dell'Impero Carolingio

Il Sacro Romano Impero simbolicamente (anche se non aveva ancora questo nome) viene fatto nascere il 25 dicembre dell’800, quando Carlomagno ricevette la corona in S. Pietro da papa Leone III, rendendo Carlo detentore del potere universale temporale, quindi venendo riconosciuto come difensore della cristianità.

Alla morte di Carlo Magno, avvenuta nell'814, l'unità strutturale e politica del dominio Carolingio cominciò a vacillare, sia perché era scomparso il sovrano capace di esercitare su tutti indiscussa autorità, sia perché l'impero, ormai considerato come "Patrimonio Personale e Privato" del monarca, diveniva suscettibile di ripartizione tra i vari membri della sua famiglia , con gravissimo danno per l'integrità dello stato. 

Il suo successore fu il figlio Ludovico il Pio.

Alla morte di Ludovico il Pio i suoi tre eredi furono i figli Lotario, Ludovico e Carlo il Calvo, in dissidio tra loro e che logorarono le forze militari ed economiche dello stato, in lunghe e rovinose lotte fratricide, fino a che nell'843 stipularono il trattato di Verdun in base alla quale l'impero venne diviso secondo determinati limiti geografici : a Lotario, oltre al titolo imperiale, venne assegnata l'Italia; a Ludovico toccò la Germania e a Carlo la Francia

Nel 877 Carlo il Calvo, riunito provvisoriamente l'Impero sotto di sé emana il cosiddetto Capitolare di Querzy il quale stabilivi che i titoli feudali maggiori (duca, marchese, conte) diventassero ereditari. Questo ebbe come conseguenza che questi feudatari mostrarono sempre meno fedeltà al loro imperatore.

Il successore Carlo il Grosso, l'ultimo dei Carolingi, nell'887 venne costretto dai nobili a deporre la corona. 

Si ebbe così la definitiva divisione dell'impero in parecchi stati indipendenti, i più importanti dei quali furono vitali la Francia, la Germania e l'Italia. Assistiamo così alla formazione dei primi regni feudali, veri e propri principati autonomi avversi al potere unitario centralizzato , espressioni di una realtà frammentaria che solo il prestigio e la personalità di Carlo Magno erano riuscite per qualche tempo a tenere unita  attraverso una parvenza di organizzazione politica.

2. Ottone I

Restauratore del potere imperiale in Europa dopo la dissoluzione dell’Impero carolingio, Ottone I fu il fondatore del Sacro Impero romano-germanico. Esercitò la sua supremazia anche in Italia e sul papato

Incoronato re di Germania nel 936, Ottone dovette subito fare i conti con le ribellioni e le spinte autonomiste dei grandi signori tedeschi. Dopo la dissoluzione dell’Impero carolingio, infatti, essi avevano goduto di sempre maggiore libertà (a causa del Capitolare di Querzy) ed era necessario ridimensionarne i poteri.

Per rafforzare il potere monarchico Ottone decise di scegliere i suoi più importanti feudatari non tra i membri delle famiglie aristocratiche del regno, come era stato fino ad allora, ma tra i vescovi tedeschi, che diventarono i suoi migliori e più fidati servitori, spesso chiamati vescovi-conti. Terre, contee, palazzi e privilegi furono concessi in dono alla Chiesa tedesca e ai vescovi, che acquistarono un ruolo politico molto importante nella storia di questo paese. La Germania si popolò, così, di principati episcopali, ossia di territori più o meno ampi guidati da un vescovo (in latino episcopus).

Nel 951 Ottone era intervenuto nella penisola contro il re d'Italia Berengario II, e dopo averlo sconfitto e reso suo vassallo conquistò la corona d’Italia a Pavia. Dieci anni più tardi Ottone scese di nuovo nella penisola chiamato da papa Giovanni XII che invocava il suo aiuto contro Berengario. Dopo aver nuovamente sconfitto quest’ultimo, nel 962 Ottone fu incoronato imperatore da Giovanni XII. Nasceva così il Sacro Impero romano-germanico e il destino dell’Italia si univa per secoli a quello della Germania.

Dopo essere stato incoronato imperatore, Ottone intese ribadire la sua supremazia anche sul papa e sulla Chiesa di Roma: con il Privilegium Othonis fu stabilito che il papa non potesse venire eletto senza il consenso dell’imperatore. In cambio al papa fu riconosciuta l'autorità sulla città di Roma.

Poco dopo Ottone depose Giovanni XII, che a suo dire aveva tramato contro di lui, per far eleggere Leone VIII. Al culmine della sua potenza Ottone si spinse più a sud con la speranza di imporsi anche in Italia meridionale, ma la sua espansione fu bloccata dai Bizantini in Puglia. Tornato in Germania, morì nel 973.

3. Ottone II, Ottone III

Ottone II 
Continuò la politica di suo padre, cercando di estendere il suo dominio sull’Italia meridionale, anche per ricuperare i possedimenti che gli aveva portato in dote la moglie Teofano, figlia dell’ Imperatore d’Oriente.  Suo padre, prima di morire, lo fece incoronare imperatore a Roma nel 967. Nel luglio del 982 il suo esercito subì una grave sconfitta a Stilo di Calabria  ad opera dei Saraceni  e dopo pochi mesi Ottone II, mentre era a Roma, morì a 30 anni, probabilmente di malaria.

Ottone III  
Trasferì la sua sede a Roma, creandosi una corte in stile bizantino, dette ai suoi funzionari nomi greco-romani e nominò papa il suo maestro Gerberto, con il nome di Silvestro II, scontentando un po’ tutti, ma soprattutto l’aristocrazia tedesca, che si sentiva offesa da un imperatore germanico che risiedeva stabilmente in Italia. Non trovò molta comprensione neppure Roma, dove scoppiarono tumulti,  per cui Ottone ed il papa Silvestro nel 1001 dovettero fuggire dalla città. Mentre si stava organizzando per debellare la rivolta, Ottone III moriva a 22 anni, probabilmente per vaiolo. Non lasciò eredi diretti e la corona passò a Enrico II duca di Baviera, ultimo discendente del ramo cadetto della dinastia sassone, che morì senza lasciare eredi diretti e mettendo fine alla dinastia dei sàssoni.