Stampa libroStampa libro

L'Illuminismo

Sito: Meta-Apprendisti
Corso: Liceo Italiano IMI di Istanbul (classi terze)
Libro: L'Illuminismo
Stampato da: Utente ospite
Data: domenica, 5 maggio 2024, 14:31

1. Critica al principio di autorità

L'Illuminismo può essere vista come una corrente culturale/politica/filosofica che corona le prime idee dell'umanesimo e che quindi sanciscono la definitiva vittoria (al momento, appunto, solo culturale) della borghesia sulle ultime idee ancora rimaste dal medioevo (come la tripartizione degli ordini descritta da Adalberone di Laon).

Possiamo introdurre l'Illuminismo con la celebre definizione del filosofo tedesco I. Kant:

"L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dal suo stato di minorità, imputabile soltanto a se stesso".

Lo stato di minorità di un uomo è quello in cui un uomo rinuncia a ciò che più di altro lo rende tale: la sua ragione. Un uomo non è un uomo completo ma minore quando smette di pensare e delega ad altri uomini il compito di farlo anche per lui. Nessun uomo può rinunciare al suo pensiero se non volontariamente, per questo Kant dice che questo stato è imputabile (è colpa) solo a cui lo fa.

Perché un uomo dovrebbe rinunciare al proprio pensiero? Perché è più facile affidarsi ad altri che avere il coraggio di pensare con la propria testa (che è faticoso e a volte anche un po' pericoloso). Per questo lo stesso Kant coniò anche l'espressione: Sapere Aude! Abbi il coraggio di sapere!

L'illuminismo ha le sue origini in Inghilterra, in particolare con il pensiero di Locke che ha fortemente influenzato anche il contenuto della Bill of Rights di Guglielmo III d'Orange, ma si sviluppa in modo compiuto in Francia, durante le monarchie assolute di Luigi XIV, XV e XVI (colui che sarà spazzato via da una Rivoluzione).

L'illuminismo francese si può riassumere in un principio: "Critica al principio di autorità". L'autorità da criticare sarà:

  • Politica
  • Religiosa
  • Scientifica


2. Politica

Il destinatario principale della critica politica illuministica è sicuramente la monarchia assoluta, ovvero quell'idea che il monarca fosse al di sopra sia delle leggi che dei cittadini e che il suo potere e volere derivasse direttamente da Dio.

In Inghilterra, con la decapitazione di Carlo I e la Gloriosa Rivoluzione, si è già mostrato che il Re è soltanto un uomo e che se non rispetta il volere del suo popolo (tramite il parlamento) può essere anche cacciato come Re.

La filosofia di fondo al nuovo pensiero politico illuminista è il Giusnaturalismo.

Il Giusnaturalismo è un termine che viene da Ius Naturale e indica che ogni uomo, per natura, possiede dei diritti che non possono essere negati da nessuno (si dice sono inalienabili). Tra questi diritti vi  sono quello di sopravvivenza e di pensiero.

Al primo diritto, quello legato alla sopravvivenza vi è il diritto alla Proprietà Privata.

La proprietà privata è infatti il frutto del proprio lavoro, che per definizione è il come ogni individuo modifica la natura per adattarla ai propri bisogni (cioè alla sopravvivenza). Il frutto del proprio lavoro è quindi inalienabile e intaccabile da qualsiasi principe o re. Per difendere la proprietà privata gli individui possono stipulare un patto in cui ognuno, liberamente, rinuncia a qualcosa della propria proprietà (attraverso le tasse) per dare vita a uno Stato che li protegga. La nascita dello Stato (e quindi di un parlamento o di un Re che lo rappresenti) è quindi legato alla volontà dei sudditi e NON, come era prima, una conseguenza della volontà di Dio. Per questo motivo il Re non può introdurre nuove tasse senza il consenso dei suoi sudditi (rappresentati dal parlamento) altrimenti il Re decade e può non essere riconosciuto da coloro che devono da lui essere governati. A tale proposito fu di grande esempio la Gloriosa Rivoluzione inglese che la maggior parte degli illuministi francesi guardavano come forma di governo ideale.


3. Religione

La critica al principio di autorità in campo religioso attacca, di ogni fede, ogni dogmatismo e si appella al principio della tolleranza religiosa.

La religione è prima di tutto un fatto privato e nessun sovrano può imporre ai suoi sudditi quale religione seguire.

Poi eliminando i dogmatismi (cioè le questione dottrinarie non comprensibili alla ragione) di ogni religione resta solo ciò che è razionale, ovvero la necessità dell'esistenza di un Dio creatore (un principio primo, detto anche grande architetto).

Una religione depurata dei suoi dogmi viene chiama Deismo ed è la forma di culto più diffusa tra gli illuministi francesi.

Alcuni filosofi e intellettuali aderirono anche a forme diverse di Ateismo. L'ateismo ricorderemo era stato bandito dalla Bill of Rights inglese del 1689 in quanto si riteneva che l'ateo, non credendo in Dio e quindi in una punizione divina per la propria cattiva condotta, fosse moralmente instabile e inaffidabile. Durante la fase matura dell'Illuminismo francese si sostiene invece che la morale è qualcosa che può essere separata dalla religione: si può essere eticamente corretti anche solo perché, razionalmente, conviene esserlo anche per la vita presente e non solo come premio per una vita futura dopo la morte.

4. Scienza

Una delle opere che più di altre ha caratterizzato l'Illuminismo francese è sicuramente l'Enciclopedia alla quale Diderot ha dedicato tutta la vita. Quest'opera aveva lo scopo di riunire tutto il sapere allo stato dell'arte raggiunto nei tempi in cui viene compilata.

Lo scopo non è quello di creare un sapere ultimo e definitivo, al contrario, ma di mettere tutto il sapere raggiunto a disposizione di tutti affinché potesse essere discusso, criticato, migliorato.

L'illuminismo viene spesso ricordato come l'epoca in cui si ha grande fiducia nella ragione. Al contrario possiamo dire che i filosofi illuministi sapevano bene che la ragione fosse qualcosa di estremamente fallibile e limitata, ma allo stesso tempo che era anche l'unico strumento conoscitivo che l'uomo possedeva e che quindi andava usato nel miglior modo possibile. Condividere il sapere era un modo per mettere la ragione al riparo dagli errori che un uomo solo poteva commettere. 

La condivisione del sapere, in pratica, rendere la conoscenza esponenzialmente più potente e in grado di raggiungere conoscenze più di quanto le menti di tanti singoli erano in grado di fare.