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Imperialismo e colonialismo

Sito: Meta-Apprendisti
Corso: Liceo Italiano IMI di Istanbul (classi quarte)
Libro: Imperialismo e colonialismo
Stampato da: Utente ospite
Data: martedì, 7 maggio 2024, 18:23

1. Imperialismo e colonialismo

Il termine Imperialismo si afferma in Inghilterra sotto il ministero Disraeli e indica: spartizione del mondo in possessi coloniali e zone di influenza delle grandi potenze nel periodo che va tra il 1875 e il XX secolo.

L'espressione più caratterizzante l'imperialismo è il colonialismo che può essere realizzato in tre modi:

  1. colonie vere e proprie, amministrate dai conquistatori;
  2. protettorati, amministrati indirettamente dai conquistatori tramite organi locali;
  3. sfruttamento economico di paesi poveri e non industrializzati rendendo l'economica locale dipendente di un paese industrializzato che di fatto ne controlla l'economia

In tutti i casi le grandi potenze pretendono un riconoscimento giuridico e lo ottengono con la Conferenza di Berlino (1885), promossa da Bismarck in quanto la Germania, almeno in una prima fase, non partecipa alla competizione imperialista.

All'origine dell'imperialismo vi sono diversi fattori:

Economici: 

  • Nuovi mercati e nuove materie prime come conseguenza del dilagare del protezionismo dopo il 1879;
  • Necessità di esportare eccedenza di capitali legata al capitalismo finanziario

Politico-ideologici:

  • Nazionalismo esasperato: ovvero necessità di affermare la potenza e il primato nazionale con il timore di restare fuori dalla spartizione e dalla conquista di uno "spazio vitale";
  • Teorie razzistiche connesse a un vago darwinismo sociale, ovvero supremazia di nazioni privilegiate o a presunte missioni civilizzatrici
  • Tra le altre motivazioni troviamo la necessità di trovare delle valvole di sfogo per la popolazione europea eccedente e la suggestione delle nuove scoperte geografiche di esploratori come Livingstone Stanley.

Quali conseguenze?

  • Sui popoli conquistati: sconvolgimento dell'economia, della società e della cultura. Quando si registra un certo sviluppo economico e infrastrutturale è sempre subordinato agli interessi dei conquistatori
  • In Europa il colonialismo esporta le tensioni conflittuali fuori dal continente almeno fino all'esplodere dei conflitti latenti in seguito all'entrata nella competizione internazionale della Germania di Gugliemo II.

Dopo il 1880 l'espansione è talmente forte che le nazioni di comune accordo decidono di legittimare le proprie conquiste onde evitare nuovi conflitti con la Conferenza di Berlino (1884-1885), ovvero una conferenza internazionale con regole chiare e condivise: ogni nazione ha il diritto di estendere i propri possedimenti dalle coste all'interno fino al limite delle conquiste altrui e di notificare sempre le nuove conquiste (incuranti, ovviamente, degli interessi delle popolazioni conquistate).



2. L'Impero Britannico

L'Impero Britannico si realizza su due direttrici:

  • via delle Indie: nel 1876, con lo scioglimento della Compagnia delle Indie, la regina Vittoria viene proclamata Imperatrice delle Indie e per l'Inghilterra si realizza la necessità di trovare la via più breve per questi territori con l'cquisto delle azioni del canale di Suez, l'occupazione di Cipro e Egitto, Aden e Somalia con conseguente controllo del Mar Rosso, quindi di realizzare una pacificazione interna dell'India con la formazione di un esercito con indigeni locali e occupazione delle sue frontiere con la Birmania (l'odierna Myanmar) e Tibet;
  • Africa sulla direttrice Nord-Sud (dall'Egitto a capo di Buona Speranza). La penetrazione parte dall'Egitto per andare verso sud in Sudan (dove rischia di scontrarsi con l'esercito francese a Fashoda), Uganda e Kenia (acquistate da compagnie private), Rhodesia (proprietà privata di Cecil Rhodes), stati boeri dell'Orange e del Transval (fondate da emigrati olandesi contro i quali l'Inghilterra conduce due guerre tra il 1899 e il 1902 e dove si trovano importanti miniere di diamanti).

Altre colonie inglese importanti sono in Asia nel Borneo e in Maleysia, e in Africa in Nigeria e Costa d'Avorio.



3. Impero Francese

Le basi dell'Impero francese sono in Africa con le colonia di Algeria (conquistata nel 1830) e del Senegal, quindi con il recente acquisto della Tunisia (con delusione da parte dell'Italia di Depretis).

In pochi anni (tra il 1885 e il 1900) la penetrazione verso l'interno porta alla formazione dell'Africa Occidentale Francese e dell'Africa equatoriale Francese.

Nel 1912 con la conquista del Marocco assume il controllo totale del Maghred.

In Asia le colonie solo Vietnam del sud e Indocina (Laos e Cambogia).

4. Impero Italiano

Frustrata nelle sue ambizioni dall'occupazione francese della Tunisia, si concentra sull'Africa orientale:

dalla Baia di Assab conquista l'Eritrea e della Somalia meridionale.

Tenta senza successo di conquistare l'Etiopia ma nel 1912 a spese dell'Impero Ottomano occupa la Libia.

5. La Germania entra in ritardo

Bismark è poco interessato alle colonie in quanto riteneva che il mercato interno tedesco fosse sufficiente per lo sviluppo del suo piano industriale e preferisce essere arbitro delle controversie tra gli altri stati (con la Conferenza di Berlino) o di svilupparsi nell'Europa orientale.

Con la salita sul trono di Guglielmo II, Bismarck viene licenziato, e la Germania entra nella competizione coloniale occupando in Africa il Togo e il Camerun e in Asia le Isole del Pacifico.

L'entrata della Germania scombussola non poco i delicati equilibri internazionali allarmando sia la Francia che l'Inghilterra.