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La Guerra Fredda

Sito: Meta-Apprendisti
Corso: Liceo Italiano IMI di Istanbul (classi quarte)
Libro: La Guerra Fredda
Stampato da: Utente ospite
Data: sabato, 4 maggio 2024, 00:59

1. Due sole potenze

La Seconda Guerra Mondiale fece circa 55 milioni di morti, di cui il 50% civili, 35 milioni di feriti e intere città rase al suolo, in quasi tutti i paesi che hanno partecipato, ma soprattutto Germania, Russia e Giappone. Milioni di profughi costretti ad abbandonare le loro terre a causa dei cambiamenti dei confini. 

Dopo i disastri occorreva la ricostruzione che sembrava naturale ottenersi se le nazioni avessero collaborato le une con le altre ma l'alleanza dei paesi che avevano sconfitto il nazismo si rivelò subito molto fragile. Tra questi paesi vi erano infatti USA e URSS che mostrarono già prima della fine della guerra, una profonda diversità sulle loro idee di come dovesse essere il mondo dopo la fine del nazismo.

Gli USA erano i campioni dell'economia di mercato, fondata sulla libera iniziativa dei privati; gli URSS si reggevano sul un sistema comunista imperniato sulla proprietà statale di tutti i mezzi di produzione.

L'Economia di mercato caratterizzò tutta l'Europa occidentale (escluse Spagna e Portogallo governate da regimi fascisti rispettivamente fino al 1974 e 1977). Nell'Europa Orientale, invece, si affermarono regimi comunisti, controllati dall'URSS.

2. L'Europa Orientale

Stalin volle assicurarsi una forte difesa mettendosi al riparo da ogni futuro attacco militare e l'URSS prese il controllo politico ed economico delle nazioni dell'Europa dell'Est, approfittando del fatto che l'armata rossa, nella sua avanzata verso la Germania, aveva occupato gran parte dell'Europa orientale. In quasi tutti i paesi, la presenza dell'armata rossa, fu una condizione importante per la vittoria dei locali partiti comunisti filo-URSS, ad esempio in  Romania, Bulgaria e Albania. 

In Jugolavia, invece, il comunismo fu una naturale conseguenza della guerra di liberazione condotta dai comunisti locali; in Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia fu imposto con la forza.

In questi paesi fu imposta anche una organizzazione politica ed economica funzionale agli interessi dell'Unione Sovietica e

3. I trattati di pace e la divisione della Germania

L'Italia perse tutte le sue colonie (in Africa e l'Albania) e i territori che furono oggetto del Patto di Londra andarono tutti alla Jugoslavia. Solo Trieste fu affidata a un governo anglo-americano e solo nel 1954 tornò all'Italia.


Il Giappone su oggetto di una occupazione americana e suo governatore fu nominato il Generale MacArthur con il compito di dare al Giappone una politica in senso democratico e occidentale. Con il trattato di Pace del 1951 il Giappone recuperò la piena indipendenza e divenne il più solido alleato degli USA nel Pacifico. In seguito uno straordinario sviluppo dell'economia portò il Giappone a diventare il secondo paese industriale del mondo.


L'Austria fu divisa dalla Germania, trasformata in Repubblica e dichiarata paese neutrale (con occupazione militare fino al 1955).

Molto complicati furono i trattati che riguardavano la Germania: la parte orientale era sotto il controllo dell'Armata Rossa del'URSS, quella occidentale sotto in controllo delle truppe alleate. Nonostante la sconfitta restava nei francesi, negli inglesi e nei russi il timore di una rinascita della potenza tedesca. Da qui la decisione di dividere la Germania in due Stati che sarebbero stati meglio controllabili: Repubblica Federale Tedesca (Germania Ovest), con capitale Bonn, e Repubblica Democratica Tedesca (Germania Est) con capitale Pankow.

L'ex capitale Berlino venne divisa in quattro zone (Usa, Francia, GB e Russia).


La Società delle Nazioni, nata durante i trattati di pace della Grande Guerra, aveva mostrato la sua incapacità di tenere a freno la nascita dei fascismi. Nel 1941 Roosevelt, di fronte ai successi di Hitler, aveva proclamato al mondo la necessità di difendere in tutto il mondo le quattro libertà: di parola, di religione, dalla povertà, dalla paura. Nel 1945 nacque l'ONU, una nuova organizzazione internazionale che accettasse questi principi e ereditasse quelli della Società delle Nazioni. A questa organizzazione aderirono inizialmente 51 Stati (oggi sono 193 su 196 riconosciuti).

L'ONU è composto da un Consiglio di Sicurezza composto da 15 stati, di cui 5 sono i membri permanenti (Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia, Cina) e i restanti 10 vengono eletti a rotazione ogni due anni dall'assemblea generale. Per quanto riguarda i membri permanenti, che fino al 1966 erano gli unici presenti nel Consiglio di sicurezza, va ricordato che la Russia ha sostituito l'Unione Sovietica nel 1992 e la Cina popolare ha sostituito Taiwan nel 1970.

Le decisioni del Consiglio di Sicurezza sono approvate se ottengono il voto favorevole della maggioranza dei componenti, compreso quello di tutti i membri permanenti. Ogni membro permanente ha il diritto di veto, cioè la possibilità di impedire l'adozione di un provvedimento, anche contro il parere degli altri 14 membri. I 5 membri permanenti hanno dunque un ruolo dominante. 



4. Il mondo diviso

Con la divisione dell'Europa in due parti, i rapporti fra USA e URSS divennero sempre più tesi. Nota è l'espressione usata da Churchill per descrivere la divisione europea parlando di "cortina di ferro", cioè divisione che non si poteva nemmeno attraversare.

Lo stato di tensione di questi anni fu chiamato guerra fredda perché non si trattò di una guerra combattuta con le armi, almeno non dai due paesi diretti concorrenti, ma fu più una guerra ideologica e geopolitica per il controllo del mondo. Sia gli USA (dal 1945) che l'URSS (dal 1949) possedevano armi atomiche e entrambe furono deterrenti per impedire al nemico di attaccare. Si creò così una sorta di "equilibrio del terrore". La paura di un conflitto nucleare spaventò tutta la popolazione mondiale di quegli anni perché nel frattempo anche Francia, Inghilterra e Cina ebbero armi nucleari (cioè tutti i partecipanti al consiglio di sicurezza dell'ONU).


5. Il Piano Marshall

Per arginare l'allargamento del comunismo in Europa, gli USA decisero di iniziare un gigantesco piano di aiuti per la ricostruzione dei paesi europei che volessero usarli.

Il piano Marshall (dal nome del Segretario di Stato USA) fu un successo e raggiunse molti suoi scopi:

  • la ricostruzione dei paesi in guerra
  • la loro affiliazione agli USA
  • spingere i paesi in bilico tra capitalismo e comunismo (come l'Italia) a scegliere per il primo
  • creare nel 1949 una alleanza politica e militare di tutti i paesi occidentali filo-capitalisti: la NATO (North Atlantic Treaty Organization)

Gli USA offrirono gli aiuti anche ai paesi del blocco sovietico ma Mosca impedì di usarli e rispose alla NATO creando nel 1955 il Patto di Varsavia, l'alleanza di tutti i paesi comunisti.

6. La Germania divisa

Stalin concesse ai paesi comunisti del blocco orientale europeo pochissima autonomia: tutto la loro politica ed economia dipendeva da Mosca. 

Unica eccezione fu la Jugoslavia del croato Tito, partigiano che aveva guidato la resistenza contro i tedeschi e che quindi aveva liberato il paese PRIMA dell'arrivo dei Sovietici. Tito era del tutto comunista ma cercò comunque di mantenere la stessa distanza sia da USA che da URSS.

La tensione fra USA e URSS si registrarono all'inizio subito in Germania. La Germania era infatti divisa a metà a seconda di dove si trovavano le truppe USA e URSS al momento della liberazione. Ma particolarmente delicata fu la posizione di Berlino. Anche la vecchia capitale fu divisa a metà in Berlino Ovest e Berlino Est, ma la parte occidentale si trovava dentro la Germania est, quindi completamente circondata dalla Germania Comunista.


Proprio Berlino Ovest fu teatro di una durissima prova di forza nel 1948. Stalin decise di occupare anche la parte occidentale e per farlo occupò tutte le strade di accesso. Per rifornire la città gli USA organizzarono un ponte aereo che portò vivere e beni di sopravvivenza alla città per quasi un anno. Stalin nel 1949 si arresa e concesse che si creasse un collegamento via terra tra la parte occidentale della città e la parte occidentale del paese.

Negli anni successivi la Germania Occidentale (RFT. Repubblica Federale Tedesca) conobbe un notevole boom economico che portò il paese ad essere nuovamente il paese più ricco d'Europa. Per questo motivo molti abitanti della Germania Orientale (RDT, Repubblica Democratica Tedesca) cercarono di passare il confine per andare nella parte occidentale. Questo avveniva ovviamente soprattutto a Berlino Ovest. Per impedire questa fuga di massa, proprio a Berlino fu costruito un muro (il Muro di Berlinointorno alla parte Occidentale. Muro perennemente sorvegliato da guardie armate.


7. La Guerra di Corea

Un altro teatro di forte tensione tra oriente e occidente fu la Corea, nel 1950.

A fronteggiarsi furono la Corea del Nord, appoggiata dall'URSS e dalla Cina, e la Corea del Sud, difesa dalle forze dell'ONU e soprattutto USA.

Dopo tre anni la guerra finì senza vincitori ma con un armistizio che fissò il confine tra le due coree sulla linea del 38' parallelo. 


8. La morte di Stalin e la distensione

Nel 1953 Stalin muore e tre anni dopo, al XX congresso del Partito Comunista, il nuovo segretario del PCUS, Kruscev, denuncia al mondo tutti i suoi crimini e il regime di terrore che aveva costruito durante i suoi vent'anni al potere.

In molti paesi dove il comunismo era stato imposto con la forza scoppiarono ribellioni: Polonia e Ungheria (1956) e Cecoslovacchia (1968).

Se il Polonia fu fatta qualche concessione, il Ungheria la rivolta fu soffocata nel sangue.

In Cecoslovacchia fu il capo del governo stesso, il comunista Dubcek, che cercò di attuare qualche riforma (questa breve stagione politica è nota alla storia come Primavera di Praga) ma l'invio dei carri armati sovietici mise fino alle sue speranze e fu incarcerato. 

Se l'URSS e i suoi paesi satelliti continuarono a essere governati con fermezza dal PCUS di Mosca, il comunismo entra in crisi in occidente. Dopo le rivelazioni dei crimini di Stalin e le repressioni di Budapest e Praga, tra i comunisti occidentali ci si chiede se effettivamente in questi paesi erano stati realizzati i sogni di libertà e giustizia dei lavoratori. Molti partiti comunisti occidentali cominciarono a rendere sempre più deboli i loro rapporti con Mosca.

Almeno sul piano internazionale, però, dal 1960, con l'elezione di Kennedy, presidente degli Stati Uniti, si realizza con l'URSS un programma di coesistenza pacifica. Entrambe le potenze prendono atto che è da evitare la risoluzione dei loro rapporti tramite un conflitto nucleare (cosa che stava per succedere proprio tra il 1961 e il 1962 a causa dell'installazione di missili russi nell'isola di Cuba). Questa distensione non mise fine alla rivalità tra i due paesi che anzi resta accesa e comporterà comunque molte guerre "periferiche" (come la guerra in Corea) per il controllo di quei paesi che, ottenendo l'indipendenza dopo aver fatto parte dei grandi imperi coloniali, dovevano decidere se allearsi nel blocco occidentale o in quello sovietico.