Guerra di Indipendenza Americana

3. Il conflitto

I rappresentanti di tutte le colonie si riunirono a Philadelphia nel settembre del 1774 nel primo Congresso continentale per stabilire una linea d’azione comune e definire i diritti delle terre d’America e i limiti dell’autorità del Parlamento di Londra.

In una Dichiarazione dei diritti i delegati ribadirono il rifiuto di pagare tasse e decisero la cessazione di ogni commercio con la Gran Bretagna fino al ritiro delle truppe inglesi. Nel frattempo nel Massachusetts le milizie cittadine andavano organizzandosi in un Comitato di salute pubblica clandestino. Il governatore inglese inviò un reggimento a requisire un deposito d’armi nei pressi di Boston ma i coloni intercettarono le truppe inglesi che furono costrette a ritirarsi a Boston che fu posta sotto assedio dai ribelli.

Questi sviluppi determinarono, da parte dei coloni la costituzione di un esercito che venne posto sotto il comando di George Washington.
Tuttavia, tra i delegati era ancora prevalente una volontà di riconciliazione con la Gran Bretagna ed infatti essi riaffermarono la lealtà al Re, chiedendogli però di ritirare le truppe.
Intanto gli inglesi asserragliati a Boston, ricevuti rinforzi via mare, avevano conseguito una netta vittoria sugli americani che non servì tuttavia a rompere l’assedio della città.
Le notizie sulla battaglia e sulle richieste del Congresso raggiunsero Londra contemporaneamente. Senza prendere in nessuna considerazione le richieste dei coloni il Re, Giorgio II dichiarò guerra ai ribelli.
In risposta alle decisioni inglesi il Congresso continentale emanò la Dichiarazione d’indipendenza (4 luglio 1776), con la quale le colonie si costituivano in stati liberi e indipendenti, impegnandosi a respingere l’invasione di quella che veniva ormai considerata una potenza straniera.

La Dichiarazione di Indipendenza, scritta da Thomas Jefferson (che poi sarà il terzo presidente degli Stati Uniti), si appella ai principi del Giusnaturalismo di stampo illuminista per ribadire che la proprietà privata è sacra e inviolabile (perché condizione necessaria per la ricerca della felicità, che è un diritto di natura) e nessun governo poteva quindi imporre tasse senza il consenso di chi doveva pagarle (e quindi senza rappresentanti in quel parlamento che le emanava). Jefferson si dilunga sul fatto che un popolo, prima di ribellarsi al suo Stato, valuta attentamente le conseguenze ma che di fronte a una palese violazione dei diritti fondamentali un popolo ha non solo il diritto ma il dovere di ribellarsi (come tra l'altro scritto anche nella Bill of Rights inglese del 1689).

Tra il 1779 e il 1780 anche Spagna, Olanda e Francia dichiararono guerra alla Gran Bretagna. Tutti e tre questi paesi avevano forti interessi per aiutare le colonie, in primis per indebolire la potente Inghilterra e poi anche nella speranza di poter liberalizzare i commerci delle colonie anche verso i loro paesi. La Francia aveva anche un motivo in più: Luigi XVI in Francia era a capo di una monarchia assoluta fortemente osteggiata dagli illuministi locali e l'appoggio del re a una rivoluzione illuminista poteva essere un buono modo per distrarre le loro attenzioni.

In territorio americano le operazioni proseguirono con alterne vicende fino all’assedio di Yorktown, dove si erano rifugiare le truppe inglesi.
Yorktow segnò la fine delle ostilità, anche se i negoziati di pace si trascinarono fino al 3 settembre del 1783, quando la Gran Bretagna firmò il trattato di Parigi, con il quale riconobbe l’indipendenza delle ex colonie; i confini degli Stati Uniti d’America vennero stabiliti a ovest con il Mississippi, a nord con il Canada, a sud con la Florida.