La crisi del '29 e il New Deal di Roosevelt

3. La crisi bancaria e Hoover

A partire dal giugno del 1929, la domanda interna americana si trova di fronte ad un calo e la crisi di sovrapproduzione cominciò a colpire le industrie fondamentali e le attività agricole.

La crisi dell'economia reale, porta fin dal settembre ad una corsa al ribasso, invece che al rialzo. Infine, dopo settimane di oscillazioni il 24 ottobre 1929 (giovedì nero) tredici milioni di azioni vengono vendute a prezzi bassissimi. Salvo brevi periodi di ripresa, il ribasso continua fino all'8 luglio 1932. 

Gli effetti della crisi all'interno della società capitalistica sono molteplici: 
1. I salari si ridussero e ciò non contribuì all'accrescere la produzione attraverso investimenti, ma portò solamente ad una riduzione dei prezzi;
2. I profitti industriali si contennero;
3. Nei paesi industriali dove i sindacati erano più solidamente organizzati, i salari subirono minori riduzioni, anche perché il numero dei salariati occupati era diminuito.

Ma la crisi, oltre che borsistica, industriale, agricola e commerciale, fu anche una crisi bancaria. Infatti sia l'industria che l'agricoltura erano fortemente indebitate con le banche. Durante gli "anni ruggenti", le banche avevano ecceduto nei prestiti, nella previsione di una restituzione regolare e nella fiducia nei risparmiatori che avrebbero dovuto accrescere i loro depositi. 
Ma con la crisi, un enorme numero di imprese non fu in grado di pagare i debiti alle scadenze e intanto, le banche, erano premute da coloro che avevano depositato soldi, e che ora chiedevano la restituzione delle somme depositate. Di conseguenza, trovatesi di fronte alla pressione dei depositanti e all'impossibilità di far rientrare i prestiti, molte banche furono costrette a chiudere


Di fronte alla crisi, la reazione dell'opinione pubblica statunitense fu varia, ma quella del presidente repubblicano, Herbert Hoover, non fu incisiva. Inizialmente egli si oppose alla misure deflazionistiche, stimolando la spesa per opere pubbliche e facendo pressione sugli industriali perché non riducessero i salari. Ma d'altro canto, si rifiutò di creare un piano di pubblica assistenza per le famiglie, facendo, invece, affidamento sulla carità privata e sull'azione dei governi locali. Le famiglie, quindi, non potendo più pagare i mutui fondiari, vennero espropriate della loro casa e molte si trasferirono altrove in cerca di un lavoro.