La crisi del '29 e il New Deal di Roosevelt

4. Il New Deal

Il patto che Roosevelt presentò agli americani, il New Deal, non si inspirava ad una precisa dottrina economico-politica, ma all'interno di questo programma ci furono degli importanti punti fermi:
1. La decisione di affrontare la crisi tramite l'intervento dello Stato;
2. L'impegno a dirigere le attività economiche e a mediare i contrasti di classe per dimostrare la compatibilità tra sistema capitalistico e regime democratico.

Tramite il Brain Trust, cioè un gruppo di collaboratori competenti, durante il primo periodo della sua presidenza mise in atto una serie di provvedimenti, inspirati alle idee di Keynes
1. Per ridurre la disoccupazione, il governo promosse una vasta serie di lavori pubblici (costruzione di case, strade, ponti, opere pubbliche) e fondò un Corpo Civile per la Conservazione della Natura che impiegò circa 3 milioni di giovani in opere di rimboscamento. Fondò, inoltre, la famosa Tennessee Valley Authority, che in circa venti anni portò a termine i lavori di sistemazione della valle del Tennessee, costruendo dighe e centrali per fornire energia elettrica a costi più bassi di quelli praticati dalle industrie private;
2. Concesse dei sussidi agli agricoltori perché diminuissero la produzione o perché distruggessero una parte del raccolto, per evitare una caduta dei prezzi;
3. Affidò all'Ente Nazionale per la Ripresa Industriale il compito di stimolare il rilancio industriale e di formulare un "codice dei concorrenza leale" per mantenere i prezzi ad un livello adeguato. Dall'altra parte le aziende dovevano dare ai lavoratori un minimo salariale e non dovevano aumentare il numero pattuito d'ore lavorative per settimana; 
4. Per trovare i fondi necessari a questa nuova politica, fondata sull'espansione della spesa statale, si ricorse all'aumento del debito pubblico: si accettò il deficit statale non pretendendo più il pareggio ad ogni costo; si stampò più carta moneta in rapporto alla quantità di riserve auree, creando un'inflazione controllata che svalutò il dollaro ma permise una più facile esportazione. Il rientro del debito sarebbe stato poi possibile con una maggiore entrata fiscale dovuta al fatto che le industrie sarebbero aumentate e quindi anche i profitti.

Tamponati gli aspetti più pericolosi della crisi, dal 1935 venne creato un programma di riforme per consolidare questo sistema. La legge sulla sicurezza sociale fissò consistenti indennità per la disoccupazione, l'invalidità e la vecchiaia. Una riforma fiscale rese fortemente progressive le imposte sui redditi e rese più difficoltosa l'evasione fiscale. La legge sui rapporti di lavoro riconobbe giuridicamente i sindacati.
Ma se inizialmente il New Deal era stato accettato da tutti come l'unica soluzione alla crisi, le riforme successive incontrarono una forte opposizione nell'ambiente capitalistico che, per salvaguardare i propri interessi, accusava il presidente di autoritarismo e di concessioni al collettivismo. Nonostante ciò Roosevelt venne rieletto nel 1936, ma nel 1937, mentre il governo restringeva la spesa pubblica per non aumentare troppo il deficit dello Stato, l'ostilità dei capitalisti si manifestò in un cosiddetto "sciopero bianco del capitale" che consistette in un decremento degli investimenti: ne seguì una ripresa della disoccupazione per far fronte al quale il governo, ricorse nuovamente all'espansione della spesa pubblica.

Nel 1938, la politica del New Deal, può considerarsi conclusa. Infatti, le minacce del nazismo e dell'imperialismo nipponico, indussero il governo a moltiplicare le spese per gli armamenti, che da sole riuscirono a far superare la crisi, tanto che la disoccupazione sparì velocemente. 
Roosevelt venne rieletto nel 1940 e nel 1944 e tenne la presidenza fin quasi al termine della Seconda Guerra Mondiale: morì, infatti, il 12 aprile del 1945, alla vigilia della vittoria sul nazismo.