La crisi del '29 e il New Deal di Roosevelt

5. Interpretazione di Keynes e bilancio finale


Uno studio approfondito della crisi del '29, venne effettuato da uno dei più brillanti economisti del secolo: John Maynard Keynes nel suo libro "La teoria generale dell'occupazione, dell' interesse e della moneta". 

Secondo la sua tesi, la depressione nasce a causa della riduzione degli investimenti nell'economia che si riflette nella riduzione della produzione dei beni strumentali. Di conseguenza, ne deriva una minore occupazione e un minor consumo da parte di coloro che percepiscono reddito. Di seguito peggiorano le prospettive di guadagno di altri gruppi di imprenditori e, quindi, l'incentivo ad investire. Avviene una diminuzione dei consumi e tramite una serie a catena, la situazione tende a peggiorare. In particolare, gli imprenditori non trovano conveniente utilizzare in investimenti i risparmi monetari di coloro che percepiscono un reddito. Il nodo della crisi risiede, appunto, in questa discordanza tra le decisioni dei percettori di reddito, che non ritengono conveniente consumare, ma anche che non investono direttamente; e quelle degli imprenditori che non ritengono conveniente utilizzare il denaro per aumentare i loro investimenti. A questo punto deve intervenire lo Stato, per cercare di arrestare il processo. Ciò può avvenire tramite una spesa pubblica che, se effettuata tempestivamente, può invertire la tendenza, mantenendo stabili i prezzi. Dopo di che termina l'intervento dello Stato. 
In conclusione, Keynes sostiene che l'intervento dello stato deve essere limitato nel tempo e basato su un programma di spesa pubblica, o finalizzato a contenere la domanda.

Bilancio del New Deal

Com'è facile immaginare, la politica di Roosevelt cambiò alcuni dei fondamentali della civiltà americana.
Il fattore più evidente, è la scomparsa delle tesi del liberismo, introducendo la pratica dello "Stato assistenziale" (Welfare State), non solo in America, ma in molti paesi capitalisti.
La ripresa economica che era tra gli obiettivi del presidente, fu attuata in buona parte, ma non fu raggiunto il pieno impiego della manodopera, cosa che avverrà solo con il riarmo, che non apparteneva, però, alla logica di Roosevelt.
Fu conseguita in misura notevole la ridistribuzione dei redditi e venne allargata e tutelata la libertà dei sindacati, assieme a quella politica, tanto che gli Stati Uniti divennero il rifugio di molti intellettuali durante la persecuzione nazista e fascista (Albert Einstein, Thomas Mann, Enrico Fermi, Sigmund Freund, Bertold Brecht, ecc.).