Leibniz

6. La teodicea

Dopo l'armonia prestabilita, il pensiero di Leibniz diventa speculazione teologica:

  • dimostrazione dell'esistenza di Dio
  • il problema della libertà
  • il problema del male
Le prove di Dio

La prova a posteriori di Leibniz è la celebre prova ex possibili et necessario di Tommaso d'Aquino. Il principio di ragion sufficiente non giustifica alcunché di necessario, quindi è necessario dedurre qualcosa di necessario che renda possibile la loro esistenza.

Dio è quindi sia ragion sufficiente del mondo esistente, che principio di ragion ragion sufficiente di tutti i mondi possibili.

La prova a priori rielabora invece la prova ontologia di Anselmo d'Aosta utilizza il concetto del "possibile".

Il male e la libertà

Il problema del male è la possibilità di conciliare l'idea di un Dio creatore buono e onnipotente con la presenza, nella sua creazione, del male. Con il termine "teodicea" (lett. La giustizia di Dio) Leibniz intende la "giustificazione" di Dio e del suo operato.

Come Agostino, L. distingue tre tipi di male:

  • metafisico, implicito nella finitudine delle creature ed è una forma di non essere
  • morale, che coincide con il peccato e la colpa
  • fisico

Il male da cui deve essere scagionato Dio è il secondo. L. distingue in Dio una "volontà antecedente", il bene in sé, e una "volontà conseguente" che scontrandosi con la realtà e il principio di non contraddizione, sceglie il meglio.

In Dio si parla di volontà permissiva rispetto al peccato, nel senso che Dio lo permette in base alla sua volontà conseguente.

Lasciare una parvenza di libertà umana, in tutto questo, è molto difficile ma c'è da dire che la teologia non è tutta la filosofia di Leibniz ma solo il suo principio ispiratore nell'ottica di ricostruire tutto lo scibile umano all'interno di un ordine universale.