La Nuova Storia

4. Le origini della Nuova Storia

La Nuova Storia può richiamarsi ad alcuni dei più grandi nomi della storiografia e della filosofia a partire dal XVIII secolo.

I due precursori che anticiparono - nella loro speculazione teorica - l'esigenza dei una nuova storia sono stati lo storico Michelet e l'economista francese Fraçois Simiand. Nell'introduzione alla Historie de France del 1869, Michelet aveva sottolineato ancora una volta il rifiuto di una storia politica, auspicando al a una storia totale e profonda attraverso il richiamo a due orientamenti essenziali per la nuova storia. Da un lato una storia materiale, annunciatrice della storia della cultura, capace di interessarsi al clima, all'alimentazione, alle condizione fisiche degli individui[16]; dall'altro una storia spirituale[17], ovvero una storia dei costumi.

François Simiand, pur non essendo uno storico, ha avuto molti titoli di merito nei confronti della Nuova Storia. Nel memorabile articolo Méthode historique et science sociale, Simiand denunciò "tre idoli della tribù degli storici".

  • L'idolo politico, inteso come lo studio dominante della storia politica, dei fatti politici, delle guerre, ecc., che porta ad attribuire a questi avvenimenti un'importanza esagerata;
  • L'idolo individuale, vale a dire il concepire la storia come storia di individui e non come studio dei fatti;
  • L'idolo cronologico, ovvero l'abitudine di perdersi in studi sulle origini, in indagini su varietà particolari.

Eliminare la storia politica fu l'obiettivo primario delle "Annales" e resta primario anche per la Nuova Storia. Altro obiettivo fondamentale è quello di sbarazzarsi della storia dei grandi uomini conferendo un nuovo statuto scientifico alla biografia. Un ultimo grande compito è quello di rivedere le abitudini cronologiche degli storici, compito affrontato molto timidamente. Dunque, la Nuova Storia deve orientarsi verso una presa in considerazione della molteplicità dei tempi storici e dell'elaborazione di regole precise della lunga durata.