Il criticismo
Proviamo a definire il criticismo affermando cosa non sia:
- non è dogmatismo tradizionale (non indaga sui limiti della ragione)
- non è scetticismo humiano (antiscentista)
Partendo dalla scienza (esperienza più necessità) si interroga sui principi della conoscenza.
Due questioni:
- Quali i limiti e la possibilità della conoscenza
- Entro questi limiti, quali i principi per un sapere valido
La ragione non deve negare la conoscenza universale, giacché altre scienze l'hanno raggiunta (logica, matematica e fisica). Deve chiedersi perché la metafisica non lo abbia fatto e se per essa questa conoscenza sia possibile. A tal proposito propone il celebre esempio del volo della colomba che crede di volare meglio senza l'attrito dell'aria senza avvedersi che è proprio quell'attrito che le permette di volare e che quindi, senza, cadrebbe giù.
Nella prefazione alla seconda edizione, Kant, propone la cosiddetta rivoluzione copernicana: rovesciare il rapporto tra soggetto e oggetto.
Due tesi:
- Ogni conoscenza comincia con l'esperienza
- Non segue che derivi interamente dall'esperienza
- L'oggetto in sé è inconoscibile
- In ogni conoscenza c'è una sintesi tra materia (oggetto-a posteriori) e una forma (soggetto-apriori)
- La filosofia deve indagare le forme a priori
Trovati i giudizi della scienza, i giudizi sintetici a priori, ci si deve chiedere come essi siano possibili.