L'economia alto-medievale

In epoca tardo romana la vita economica era piuttosto complessa e sofisticata. Sintomi di questo sono il complesso sistema discale, le immense fortune senatoriali e la facilità di movimento. 

Tutto questo, dopo il 550, tende a diminuire fino a scomparire.

Come è svanito un sistema di tale complessità?

Ci sono senz'altro degli elementi di continuità: l'economia agricola resta invariata e su di essa si basa la ricchezza di tutta la società ma tutta la rete distributiva del tardo impero romano (di circa 2000 città) tende a sparire. IN epoca antica le città sono la rete di accumulo e distribuzione delle ricchezze agricole e difatti lì risiedono i proprietari terrieri dove rivestono anche il ruolo di consigliri e curiali, formando il cosiddetto ceto cittadino.

Con la crisi dell'impero si registra una crisi fiscale: troppo pesante perché mantiene un esercito invariato ma con una popolazione più esigua e le elites cercano di evitarlo.
La ripercussione si registra su tutti i processi economici che dipendevano dallo Stato: interruzione degli scambi e abbandono delle città (che restano solo come centri episcopali).

Nelle campagne la riorganizzazione del lavoro prende la forma della cosiddetta economia curtense.

Essa prevedeva la separazione della terra in un sistema bipartito: pars dominica e pars massaricia. La prima gestita dal proprietario e la seconda data in affitto.

Due erano dunque i tipi di servi: i prebendari (schiavi, legati al padrone) e casati (giuridicamente liberi, ma di fatto legati alla terra)

I primi lavorano le terre del padrone ma, poiché spesso non erano sufficienti, il sistema curtense inventa il sistema delle corvees: i massari oltre a pagare l'affitto dovevano impegnare a prestare un certo numero di ore in servizi, ovvero giornate di lavoro nella terra del signore.

Data la scarsità dei commerci, le corti tendono ad essere sistemi chiusi e autosufficienti.

Ultime modifiche: domenica, 29 settembre 2019, 18:05