Il Sacro Romano Impero

Ottone I

Nel 936 la dieta dei principi tedeschi elegge come Re di Germania il figlio di Enrico I, Ottone I, duca di Sassonia. Grazie soprattutto all'appoggio dei grandi feudatari e ai successi militari del padre.

Obiettivo di Ottone è ripristinare l'unità imperiale, dissolta con la morte di Carlo il Grosso nell'887. 

Per fare questo promosse la pratica dell'elezione dei vescovi-conti, espediente per aggirare il capitolare di Quierzy il quale concedeva l'ereditarietà dei titoli nobiliari e che di fatto diventa inefficace se il conte è privo di eredi legittimi (come i vescovi). Questo fa sì che il principe interviene direttamente nell'elezione del vescovo assicurandosi che venga eletto uno di suo gradimento. In poco tempo la Chiesa tedesca è di fatto vassalla del re di Germania.

Nel 962 Ottone, scende in Italia, e dal papa Giovanni XII pretende e ottiene l'incoronazione imperiale nonché il riconoscimento del privilegio di Ottone con il quale l'imperatore:

  • riconosce la proprietà di Roma del papa (come concesso dalla "falsa" donazione di Costantino)
  • si pone come unico legittimo difensore della Chiesa
  • pretende il "privilegio di Ottone", ovvero che l'imperatore, di fatto, sceglie il papa prima della elezione.

Questo privilegio tolse l'elezione del papa al giogo delle famiglie nobiliari romane ma ne limita molto l'autonomia, di fatto rendendo la Chiesa sottomessa all'impero.

Ottone III

Dopo una breve parentesi di Ottone II che tentò di conquistare anche il sud Italia (anche grazie a una politica matrimoniale del padre che gli diede in sposa la figlia dell'imperatore bizantino), Ottone III si pose l'obiettivo di restaurare l'Impero universale di Roma.

Il suo programma di renovatio imperii prevede la restaurazione di un impero cristiano e per questo spostò la capitale dell'impero a Roma facendo nominare come papa il suo precettore benedettino Silvestro II.

Questa politica fu profondamente malvista dalle famiglie nobiliari romane e una rivolta, nel 1001 lo costrinse ad abbandonare la città.

Constitutio de feudis

Dopo una breve parentesi con Enrico II, nel 1037, Corrado II detto il Salico (della dinastia della Franconia), è impegnato nella sottomissione dei territorio del Regno d'Italia che tentano di recuperare la loro autonomia. Per spezzare il fronte antimperiale guidato dall'arcivescovo di Milano, Corrado II concede l'ereditarietà ai vassalli minori con l'editto "constitutio de feudis".

Ultime modifiche: giovedì, 10 ottobre 2019, 12:09