Processo di formazione dello Stato moderno

Il Quattrocento è il secolo di consolidamento delle monarchie nazionali.

Protagonisti di questa trasformazione gli Stati tardomedievali come Inghilterra, Francia, Aragona e Castiglia.

Al processo di formazione delle Monarchie nazionali non vengono mai meno forze disgregatrici che vanno nella direzione opposta, per cui almeno per il Quattrocento si preferisce parlare di Stati composti.

I primi paesi ad avviare l'unificazione nazionale furono Francia e Inghilterra ma con esiti diversi: il primo verso una monarchia assoluta, il secondo verso una monarchia parlamentare.

Nella fase di transizione da monarchia feudale a monarchia nazionale il re deve continuamente venire a patti con la gerarchia feudale (che rappresenta) e le istanze locali (città, comuni, diocesi etc) spesso rappresentate da parlamenti (eng), stati generali (fra), diete (ger), cortes (spa).

Si ha a lungo una concezione dualistica del potere: il potere centrale e le autonomie locali e queste due forze contrapposte sono identificate anche da due modelli di nobità:

  • la nobiltà di spada, la vecchia nobiltà feudale guerriera
  • la nobiltà di toga, spesso di estrazione borghese, affiancante la corona nelle sue mansioni amministrative

Fattore importante per l'unificazione fu la guerra: motore propulsore per un desiderio di pace dove si attua quella sorta di patto tra monarca e borghesia ai danni della nobiltà feudale.

Una monarchia nazionale si caratterizzerà, in fondo al suo processo, per:

  • la presenza di un esercito permanente al soldo diretto del Re
  • una burocrazia centralizzata con il compito di assicurare l'ordine pubblico, la giustizia e la riscossione delle tasse
  • una diplomazia atta ad affermare lo Stato come territorio unitario ufficialmente riconosciuto

Fondamentale per la costruzione di uno stato il sentimento di appartenenza a una comunità. La diffusione del sentimento nazionale fu favorita, oltre che dai conflitti europei, anche dalla presenza delle chiese nazionali. Già nel Concilio di Costanza (1414-18) i cardinali si trovarono a votare per nazionalità facendo venire meno il carattere di universalità della Chiesa stessa. Le chiese nazionali oltretutto favorirono la diffusione delle lingue volgari usate per la predicazione.

Con il sentimento nazionale e religioso si prende coscienza, nel popolo, di una unità attorno al re. Il concetto di straniero, che identificava chiunque provenisse da fuori le mura di una città, adesso indica chi si riunisce attorno ad un altro re e quindi di un altro regno.

Ultime modifiche: martedì, 21 gennaio 2020, 09:16