Un giorno a Paperopoli

(liberamente tratta da una storia realizzata da Carl Barks)

Dei dintorni di Paperopoli si trova la fattoria di Nonna Papera dove, per un certo periodo, il povero Paperino è costretto a sgobbare per racimolare qualche spicciolo e pagare i suoi creditori. Si sta ammazzando di fatica quando passa da quella parte Gastone, il cugino fortunato, quello che qualsiasi cosa desidera si avvera.

Gastone e Paperino sono nemici ma quel giorno Gastone ebbe un moto di pietà per il cugino sfortunato e in un impeto di generosità espresse il desiderio che almeno una volta anche lui fosse fortunato e che gli piovesse dal cielo un milione di dollari. Anzi, volle che tutti, quel giorno potessero avere un milione di dollari perché tutti, per un giorno, potessero provare l'esperienza di essere fortunati e felici come lui.

L'unico luogo in Paperopoli dove si trova tanto denaro è il deposito di Zio Paperone e in quel preciso momento un terribile fulmine lo colpisce facendolo esplodere come un vulcano e facendo volare tutto il denaro che si trova al suo interno su tutta Paperopoli e dintorni. Un sacco di denaro (quello con il simbolo del dollaro stampato sopra) precipita nel giardino di ogni paperopolese, Paperino compreso.

In un solo attimo tutti i paperopolesi, nessuno escluso, diventano ricchi, ricchissimi.

Paperino getta la vanga e si precipita all'aeroporto dove vuol prendere il primo volo per i Caraibi dove godersi tutta quella ricchessa. Purtroppo appena arrivato scopre che nessun volo è in partenza: non ci sono né piloti né hostess né personale di terra a vendere biglietti. 

Decide allora di restare a Paperopoli: ci sarà qualcosa di bello da fare anche lì! Quindi va al ristorante ma dopo uno, due, tre... si accorge che sono tutti chiusi: nessuno sta lavorando. Anche cuochi e camerieri sono ricchi e anche loro, come lui stanno cercando un posto dove mangiare.

Accecati dai morsi della fame si precipitano tutti come lupi famelici verso il centro commerciale ma... disperazione: è tutto chiuso! I commessi non sono al lavoro ma alla ricerca di cibo insieme a loro.

Durante tutto questo tempo Paperone che fa? Qui Quo e Qua, i tre nipotini, preoccupari per lui, lo vanno a cercare e lo trovano alla fattoria di Nonna Papera che sta zappando la terra al posto di Paperino. I nipotini si accorgono che sta sorridendo e gli chiedono perché e se non sia disperato di aver perso tutti i suoi soldi. Paperone risponde che torneranno presto da lui.

Un attimo dopo Paperone apre un tavolo in mezzo alla strada e comincia a esporre su di esso i frutti del suo lavoro: cavoli, carote, patate, pomodori...

Dopo poco passano lì vicino i paperopolesi, affamati, vagandi come morti viventi in cerca di qualcosa da masticare nella campagna e non appena vedono lo stand di Paperone si buttano su di esso. Appena si avvicinano però Paperone, con zampa lesta, mette sulla sua verdura, il suo tesoro, un cartello: "Un kg, un milione di euro!".

I paperopolesi, affamati fino allo stremo, non possono rifiutarsi e accettano di pagare, pur di sfamarsi.

In pochi minuti tutti i soldi piovuti dal cielo nei giardini degli abitanti di Paperopoli torna nel deposito.

Ognuno, sfamato, non può che tornare a lavorare.

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Quale il senso di questa storia? Che il denaro, di per sé, non vale niente se non serve a comprare qualcosa. Il valore del denaro cioè è nel suo potere di acquisto. Se c'è tanto denaro e poca merce, la merce costerà di più e il denaro varrà sempre meno. Chi si arricchisce è chi ha merci da vendere.

La Spagna, durante il lungo Cinquecento, incrementa notevolmente l'afflusso di oro nelle sue casse. Un oceano d'oro.... ma la Spagna non è un paese produttivo, anzi, la sua economia è ancora basata sul sistema curtense e quindi tutto quell'oro non può che trasformarsi in merce se esportato all'estero nei paesi che producono (i Paesi Bassi, ad esempio si arricchirono molto di quell'oro) oppure finiva nelle Banche.

Un famoso detto del tempo recitava: "L'oro nasce nelle Americhe, muore in Spagna, viene sepolto a Genova" (ricordiamoci che Genova era la città delle banche dei reali, soprattutto spagnoli).


Ultime modifiche: giovedì, 12 marzo 2020, 22:32