L'Illuminismo

1. Critica al principio di autorità

L'Illuminismo può essere vista come una corrente culturale/politica/filosofica che corona le prime idee dell'umanesimo e che quindi sanciscono la definitiva vittoria (al momento, appunto, solo culturale) della borghesia sulle ultime idee ancora rimaste dal medioevo (come la tripartizione degli ordini descritta da Adalberone di Laon).

Possiamo introdurre l'Illuminismo con la celebre definizione del filosofo tedesco I. Kant:

"L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dal suo stato di minorità, imputabile soltanto a se stesso".

Lo stato di minorità di un uomo è quello in cui un uomo rinuncia a ciò che più di altro lo rende tale: la sua ragione. Un uomo non è un uomo completo ma minore quando smette di pensare e delega ad altri uomini il compito di farlo anche per lui. Nessun uomo può rinunciare al suo pensiero se non volontariamente, per questo Kant dice che questo stato è imputabile (è colpa) solo a cui lo fa.

Perché un uomo dovrebbe rinunciare al proprio pensiero? Perché è più facile affidarsi ad altri che avere il coraggio di pensare con la propria testa (che è faticoso e a volte anche un po' pericoloso). Per questo lo stesso Kant coniò anche l'espressione: Sapere Aude! Abbi il coraggio di sapere!

L'illuminismo ha le sue origini in Inghilterra, in particolare con il pensiero di Locke che ha fortemente influenzato anche il contenuto della Bill of Rights di Guglielmo III d'Orange, ma si sviluppa in modo compiuto in Francia, durante le monarchie assolute di Luigi XIV, XV e XVI (colui che sarà spazzato via da una Rivoluzione).

L'illuminismo francese si può riassumere in un principio: "Critica al principio di autorità". L'autorità da criticare sarà:

  • Politica
  • Religiosa
  • Scientifica