Imperialismo e colonialismo

1. Imperialismo e colonialismo

Il termine Imperialismo si afferma in Inghilterra sotto il ministero Disraeli e indica: spartizione del mondo in possessi coloniali e zone di influenza delle grandi potenze nel periodo che va tra il 1875 e il XX secolo.

L'espressione più caratterizzante l'imperialismo è il colonialismo che può essere realizzato in tre modi:

  1. colonie vere e proprie, amministrate dai conquistatori;
  2. protettorati, amministrati indirettamente dai conquistatori tramite organi locali;
  3. sfruttamento economico di paesi poveri e non industrializzati rendendo l'economica locale dipendente di un paese industrializzato che di fatto ne controlla l'economia

In tutti i casi le grandi potenze pretendono un riconoscimento giuridico e lo ottengono con la Conferenza di Berlino (1885), promossa da Bismarck in quanto la Germania, almeno in una prima fase, non partecipa alla competizione imperialista.

All'origine dell'imperialismo vi sono diversi fattori:

Economici: 

  • Nuovi mercati e nuove materie prime come conseguenza del dilagare del protezionismo dopo il 1879;
  • Necessità di esportare eccedenza di capitali legata al capitalismo finanziario

Politico-ideologici:

  • Nazionalismo esasperato: ovvero necessità di affermare la potenza e il primato nazionale con il timore di restare fuori dalla spartizione e dalla conquista di uno "spazio vitale";
  • Teorie razzistiche connesse a un vago darwinismo sociale, ovvero supremazia di nazioni privilegiate o a presunte missioni civilizzatrici
  • Tra le altre motivazioni troviamo la necessità di trovare delle valvole di sfogo per la popolazione europea eccedente e la suggestione delle nuove scoperte geografiche di esploratori come Livingstone Stanley.

Quali conseguenze?

  • Sui popoli conquistati: sconvolgimento dell'economia, della società e della cultura. Quando si registra un certo sviluppo economico e infrastrutturale è sempre subordinato agli interessi dei conquistatori
  • In Europa il colonialismo esporta le tensioni conflittuali fuori dal continente almeno fino all'esplodere dei conflitti latenti in seguito all'entrata nella competizione internazionale della Germania di Gugliemo II.

Dopo il 1880 l'espansione è talmente forte che le nazioni di comune accordo decidono di legittimare le proprie conquiste onde evitare nuovi conflitti con la Conferenza di Berlino (1884-1885), ovvero una conferenza internazionale con regole chiare e condivise: ogni nazione ha il diritto di estendere i propri possedimenti dalle coste all'interno fino al limite delle conquiste altrui e di notificare sempre le nuove conquiste (incuranti, ovviamente, degli interessi delle popolazioni conquistate).