La Grande Guerra (appunti)

2. La causa scatenante

La scintilla della guerra scoppia il 28 giugno 1914, a Sarajevo, la capitale bosniaca. 

Durante una visita dell'erede al trono austriaco, il duca Francesco Ferdinando d'Asburgo, un giovane studente serbo, Gavrilo Princip, appartenente alla società segreta nazionalista della Mano Nera, lo uccide con un colpo di pistola. Francesco Ferdinando è ritenuto colpevole di fare propaganda nel Balcani per una sua totale annessione all'Austria (promettendo loro una forte autonomia). L'attentato, secondo molti storici, fu spinto segretamente dalla Russia di Nicola II. Anche la Russia, come detto prima, aveva forti interessi nei Balcani (quindi in chiave anti austriaca) e aveva in loco una solida alleanza con la Serbia (anch'essa di fede ortodossa, come la Russia).

L'Austria decise unilateralmente di considerare la Serbia responsabile dell'attentato perché essa dava rifugio agli indipendentisti slavi. Chiese, senza successo, di poter fare una indagine a scoprire i colpevoli in territorio serbo. Di fronte al rifiuto della Serbia si vide costretta a dichiarare guerra.

L'impero Russo, a sua volta, ambiva a riunire sotto di sé tutti i popoli di lingua slava, quindi scese in campo in aiuto della Serbia ordinando la mobilitazione del proprio esercito. Appena l'Austria dichiarò guerra alla Serbia fu messo in moto l'automatismo delle alleanze e delle mobilitazioni: in pochi giorni ebbero luogo le dichiarazioni di guerra.

A fianco di Germania e Austria si schierarono Turchia e Bulgaria, mentre il Giappone e la Romania si schierarono a fianco della Triplice Intesa. 

Socialisti e cattolici si schierarono decisamente per la pace, ma non furono presi in considerazione. Non fu presa in considerazione neanche la durissima condanna pronunciata dal papa Benedetto XV, che considerò la guerra come il risultato dell'egoismo, del materialismo e della mancanza di grandi valori morali e spirituali. 

Soltanto l'Italia di Giolitti rimase neutrale: la Triplice Alleanza era un patto difensivo, e siccome Austria e Germania non erano state aggredite, ma avevano dichiarato guerra per prime, l'Italia sostenne di non avere alcun obbligo di schierarsi al loro fianco.