La logica

3. Il giudizio

Dopo aver analizzato i concetti, Aristotele li analizza nelle loro composizioni. La prima è quella del giudizio, altrimenti detto enunciato dichiarativo il cui valore può essere vero o falso.

I giudizi possono essere formulati secondo la categoria della quantità e della qualità:

  • Quantità: universali (tutti gli S sono P) o particolari (Alcuni S sono P)
  • Qualità: affermativi (S è P) o negativi (S non è P)

Da qui quattro tipo di giudizi, che per meglio metterli dopo in relazione possiamo etichettare con le vocali in questo modo:

  • A: Universali Affermativi (Tutti gli S sono P)
  • E: Universali Negativi (Tutti gli S non sono P, oppure Nessun S è P)
  • I: Particolari Affermativi (Alcuni S sono P)
  • O: Particolari Negativi (Alcuni S non sono P, oppure Non tutti gli S sono P)

Da qui la costruzione del cosiddetto quadrato Aristotelico che descrive tutte le possibili relazioni logiche tra i giudizi a seconda della loro formulazione:

quadrato aristotelico

  • Il rapporto di contrarietà stabilisce che non possono due giudizi universali contrari essere entrambi veri, ma possono essere entrambi falsi
  • Il rapporto di subalternanità stabilisce che se un giudizio universale è vero, il giudizio particolare lo è altrettanto ma non il contrario
  • Il rapporto di contraddizione stabilisce che se uno è vero, l'altro è falso e viceversa. I due giudizi hanno sempre i valori di verità invertiti.
  • Il rapporto di subcontrarietà stabilisce che i due giudizi possono essere entrambi veri ma non entrambi falsi

Dal quadrato si evince che:

  • Se A è vero, allora E è falso, O è falso e I è vero 
  • Se A è falso, O è vero, 
  • Se E è vero, A è falso, I è falso, O è vero
  • Se E falso, I è vero
  • Se I è vero, posso solo dire che E è falso
  • Se I è falso, E è vero e anche O è vero 
  • Se O è vero allora A è falso
  • Se O è falso, allora A è vero e I è falso