Le rivoluzioni inglesi

3. La Gloriosa Rivoluzione

Con il ritorno del sovrano Carlo II Stuart finisce l'esperienza della repubblica e del Commonwealth.

Durante il regno di Carlo II in parlamento si delineano due fazioni: tories e whigs. I primi sono i conservatori, sostenitori del potere del re superiore al parlamento e dell'idea che l'unica religione debba essere l'anglicanesimo. I secondo sono per la tolleranza religiosa, per i diritti del cittadino e ovviamente per le prerogative del parlamento.

Con la salita al trono del fratello di Carlo, Giacomo II, 1685, di educazione cattolica, si ha un nuovo tentativo di instaurare una monarchia assoluta che provoca la rivolta dei whighs che invocano come re il marito della figlia di Giacomo, Maria Stuart: Guglielmo d'Orange, nonché governatore delle Province Unite.

Guglielmo, giunto a Londra, viene incoronato re Guglielmo III e getterà le basi per una nuova monarchia a base parlamentare (1688) con l'emanazione della Bill of right del 1689.

Con Guglielmo si ritorna all'ordine ma con alcune importanti novità:

  • libertà religiosa
  • opinione pubblica coinvolta nella lotta politica
  • protopartiti tories e whigs

Caso unico di governo in Europa.

L'Inghilterra viene altresì a essere un laboratorio di una cultura antiassolutistica (Locke) e contrattualistica (Hobbes) ma anche antidogmatica (Toland).

Altro terreno che beneficia del nuovo clima è quello scientifico: si abbandona Aristotele per elaborare modelli conoscitivi sperimentali come quelli di Galilei, Cartesio e Newton.

Il questo periodo l'Inghilterra si inserisce come protagonista assoluta nei commerci internazionali, spodestando l'Olanda, valorizzando le colonie nel Nord America, insediandosi nei caraibi e investendo in nuove rotte mercantili.