Le nuove masse

1. Le masse entrano in scena

La rivoluzione industriale della seconda metà del Settecento è stata una rivoluzione anche demografica in quanto, differentemente dai secoli precedenti, la popolazione mondiale inizia a crescere costantemente senza più interrompersi.

Nell'Ottocento la medicina fa enormi progressi scoprendo le cause batteriologiche e virali di numerose malattie. Tra i ricercatori si distinguono:

  • Pasteur inventore della pastorizzazione e di un vaccino contro la rabbia
  • Koch che scopre le cause della tubercolosi e del colera

Di conseguenza le autorità si adoperarono per migliorare le condizioni di vita delle classi più povere aumentando la speranza di vita (da 35 a 50 anni) e diminuendo la mortalità infantile.

Altro fenomeno degli ultimi decenni del XIX secolo è la migrazione dalle campagne alle città facendo nascere le moderne metropoli. Caso particolare la città di Berlino dove la popolazione si aggira intorno ai tre milioni di persone.

Il cittadino, a differenza del contadino, è un consumatore di prodotti industriali e quindi l'organizzazione delle città deve essere efficiente per mantenere tutti con introduzione di illuminazione, servizi igienici e acqua corrente. La vita anche per le classi più povere si fa più sopportabile e questo crea qualche timore sia a destra (per il rammollimento della popolazione) che a sinistra (per la perdita della carica rivoluzionaria delle classi proletarie che non avevano più da perdere solo le proprie catene).

Nasce la categoria di massa di cui molti intelletuali cominciarono a interessarsi, come il francese Gustave Le Bon che nel 1894 pubbicò la Psicologia delle folle. Le Bon come un novello Machiavelli dà i consigli al "principe" su come rapportarsi con le folle. Nemico della democrazia non crede nel principio liberale che gli uomini, razionali, possano ragionando insieme giungere a soluzioni altrettanto razionali. Nella folla si crea una sorta di anima collettiva dove il conscio si perde e viene fuori la parte irrazionale (subconscia) degli individui, quella parte che gli uomini hanno in comune come popolo. Al pari di Burke, Le Bon polemizza con l'illuminismo che crede si possa rompere con il passato alla luce della ragione. Il popolo non può rompere con le proprie tradizioni, credenze e anche superstizioni. Nel subconscio delle folle si trova il loro tiranno (vedi De La Boetie). Un leader deve conoscere bene l'inconscio del proprio popolo se vuole governarlo.

Nella folla l'individuo pensa diversamente da come penserebbe isolato. Nella folla l'individuo si sente protetto e invincibile. Fascismo e Nazismo impararono ben presto la lezione (Mussolini elogiò Le Bon pubblicamente varie volte).