Dopo guerra italiano e ascesa del fascismo

4. L'Italia fascista

Il discorso sul delitto Matteotti pose fine alla politica del doppio binario e aprì la fase dell'instaurazione della dittatura.

Tra il 1925 e i 1926, mentre fuori dal parlamento si scatenano le azioni squadriste della Milizia Volontaria, vengono approvate una serie di leggi dette fascistissime, concepite dal giurista Rocco, che crearono in pochi mesi un regime accentrato e poliziesco. Lo Statuto albertino non fu abrogate ma di fatto svuotato:

  • Mussolini diventa responsabile solo davanti al Re e non davanti al Parlamento
  • Il governo ha facoltà di emanare le leggi, quindi il capo del governo conentra potere esecutivo e legislativo
  • i sindaci vengono sostituiti dai podestà di nomina governativa
  • i prefetti restano al loro posto con lo scopo di reprimere le forme di opposizione e resistenza
  • abolito il diritto di sciopero e istituita la Magistratura del lavoro con lo scopo di risolvere le controversie tra datori di lavoro e lavoratori

A seguito di un attentato alla vita di Mussolini, a Bologna, nel 1926, si colse l'occasione per aumentare le misure repressive del dissenso:

  • abolite libertà di stampa, parola e associazione
  • aboliti tutti i partiti ad esclusione di quello fascista (i parlamentare non fascisti furono espulsi dal parlamento)
  • fu ripristinata in parte la pena di morte
  • costituita l'OVRA, una polizia politica
  • e il Tribunale per la difesa dello Stato

I principali oppositori politici furono arrestati, come Gramsci, nel 1926, o costretti al confino

Accedere ai servizi pubblici o lavorare per lo Stato comportava la totale adesione al Fascismo (possedendone la tessera). Non averla significava essere antifascisti e questo comportava pesanti conseguenze.