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Essere

 
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Essere
di Gianluca Caputo - giovedì, 19 ottobre 2017, 11:00
 

L'Essere come inteso da Parmenide rappresenta un grosso ostacolo per quella che era la promessa originale della Filosofia: poter dire qualcosa di vero e necessario di una Natura che cambia. Discuti del problema tenendo conto della cosiddetta Terza Via e dei tentativi di soluzione proposti dai Pluralisti. Quali problemi persistono?
(Parmenide, Zenone, Empedocle, Democrito)

(Modificato da Gianluca Caputo - intervento originale effettuato il giovedì, 23 luglio 2015, 13:34)

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Re: Essere
di Chiara Bertolini - mercoledì, 18 ottobre 2017, 16:26
 

 Parmenide scrive un’opera dove si trova a scegliere quale delle due strade percorrere. Una era facile ma andava in contro al falso e hai sensi, l’altra difficile ed andava incontro al vero e al logos. Se sceglieva quella facile doveva dimenticare il logos, se sceglieva quella difficile doveva dimenticare i sensi. Scelse quella difficile, quella del logos.

Parmenide affermó che l’essere era il tutto e non poteva esistere un non essere. Perché se io ad esempio affermo un giudizio l’unica cosa vera di quel giudizio è che è. Appunto per questo l’essere è ciò che hanno in comune tutti gli enti. L’essere è uno, è eterno, è immutabile ed è immobile. 

Parmenide citó anche la terza via. Una via che si trova in mezzo fra l’essere è il non essere. Essa è formata dalle qualità dell’essere e le quantità del non essere 

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Re: Essere
di Gianluca Caputo - giovedì, 19 ottobre 2017, 10:49
 

Vorrei parlare di questa sua frase: "Una era facile ma andava in contro al falso e hai sensi"...

La perdono solo se mi dice che ha scritto con il telefono.

Quello che dice di Parmenide è vero ma non risponde appieno al problema posto.

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Re: Essere
di Lisa Della pace - mercoledì, 18 ottobre 2017, 20:41
 

Tutti gli enti hanno in comune l'essere.

Parmenide dice che l'essere è e non può non essere, mentre il non essere è e non può essere. Da questa tesi ricava degli attributi dell'essere:

  • l'essere è uno perchè nascerebbe dal nulla e quindi dovrebbe morire nel nulla.

  • l'essere è eterno perchè è sempre esistito nel tempo, poiché se fosse nel tempo implicherebbe ciò che non è più e ciò che non è ancora, esso è un presente eterno quindi che ha una durata temporale infinita.

  • l'essere è immutabile e immobile perchè se si muovesse si scontrerebbe con il non essere.

  • l'essere è unico e omogeneo perchè se fosse molteplice coinvolgerebbe gli intervalli del non essere.

Cosi Parmenide ricava gli attributi di un essere all'apparenza perfetto.

Zenone fu un allievo di Parmenide,per difendere e sostenere la tesi del suo maestro scredita tutti gli altri facendo l'ipotesi per assurdo, che almeno un ente si muove, per ammettere la molteplicità e il mutamento.

Se un corpo si muove in uno spazio esso non potrà mai raggiungere la propria meta poiché, dovrebbe superare gli infiniti punti di cui una qualunque sostanza è costituita e quindi dovrà impiegare un tempo infinito.

Empedocle per spiegare l'apparenza della nascita e della morte unisce 4 elementi: fuoco, acqua, terra e aria. Lui però le chiama le 4 radici di tutte le cose, spiegando che le radici hanno la qualità dell'essere perche sono essere e la quantità molteplice del non essere.

Democrito dice che l'essere è diviso in più parti chiamate atomi cioè non divisibili, perchè secondo lui esistono particelle minime che non si possono decomporre. Afferma che gli atomi sono pieni, immutabili, eterni ed ingenerati, che sono immersi in uno spazio vuoto, che viene dedotto per via razionale che se c'è il movimento, ci deve essere per forza il vuoto.


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Re: Essere
di Gianluca Caputo - giovedì, 19 ottobre 2017, 11:01
 

Quello che afferma su Zenone è falso... ma non grave.

Ok per tutti gli altri ma più che ripetere ciò che i filosofi hanno detto su un particolare problema avrei preferito una riflessione sul tema dato: l'essere, perché è un problema e come i pluralisti tentano delle soluzioni... che però presentano ancora problemi.

Alla fine la sintesi deve essere un "mettere insieme" le varie posizioni diverse e tentare una conclusione personale.

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Re: Essere
di Lucrezia Leonetti - mercoledì, 18 ottobre 2017, 20:49
 
I filosofi si interessano del problema della natura:

In Eraclito essi accettano il costante divenir delle cose, di Parmenide accolgono il concetto dell'immutabilità dell'essere vero.

Come mettere d'accordo le due affermazioni ?

Questi filosofi risolvono in modo geniale il problema, distinguendo tra elementi e composti.

Essi ritengono che le cose del mondo siano costituite di elementi eterni che unendosi tra loro danno origine a ciò che noi chiamiamo "nascita"  e disunendosi provocano quella che noi chiamiamo"morte", arrivando alla legge fisica "tutto si crea e nulla si distrugge ".

Questi pensatori vengono chiamati anche pluralisti e essi ritengono che i principi della natura siamo molteplici ( le radici di  Empedocle e i semi di Anassagora).

Empedocle intende spiegare l'apparenza della nascita e dalla morte e per farlo usa degli elementi che sono quattro (vengono chiamate anche radici): fuoco, aria,acqua e terra.

Esse hanno la qualità dell'essere perché sono essere ma non hanno la quantità molteplice del non essere.

Anassagora afferma che gli attributi ( omeomerie/semi) dell'essere devono essere infiniti e sono divisibili all'infinito che gli permettono di occupare uno spazio finito.

Parmenide si trova davanti a due vie, quella facile che porta al falso e quella difficile che porta al vero.

Sceglie quella che porta al vero e quindi non può più capire che cosa è falso.

Tutti gli enti hanno in comune l'essere e solo dell'essere posso dire la verità, ovvero che è.

L'essere è tutto e non c'è niente al di fuori del tutto.

L'essere è uno, è eterno, è immutabile, è immobile.

L'essere è ovunque.

Quando si parla di Parmenide si parla della terza via e ci troviamo davanti l'essere e il non essere ( ad esempio: il sole è giallo, è un giudizio falso ma è pur sempre un giudizio e per farlo devo dire che è).

Tra l'essere e il non essere trovo il necessario che mi fa vedere le cose come sono e non come mi appaiono, ciò vuol dire che sto cercando qualcosa di necessario che mi spieghi come io vedo qualcosa di non necessario. 












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Re: Essere
di Gianluca Caputo - giovedì, 19 ottobre 2017, 11:04
 

Era partita benissimo! Mettendo a confronto due posizioni, cercando una sintesi usando altre posizioni (come quelle dei pluralisti, in questo caso). Poi però si è persa buttando slogan scollegati tra loro... perché? :)

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Re: Essere
di michela cairella - mercoledì, 18 ottobre 2017, 21:58
 
    • Parmenide parla dell'essere dicendo che l'essere è e non è. Scrive anche un poema dove lui incontra una dea che gli mette davanti due via una facile che contiene il falso e i sensi, l'altra è la  via difficile che contiene il vero e il logos. Parmenide sceglie la via difficile perché quella è la via che ammette che le cose e che è necessario che siano(non possiamo dire che una cosa che esiste non esiste perché sarebbe una contraddizione ). Parmenide parla anche di una terza via dove è presente l'essere e il non essere, ed è anche la via della doxa(opinione, sensi ). Parmenide parla dell'essere dicendo che è tutto ciò che gli enti hanno in comune, dicendo anche che l'essere è uno, è eterno, è immutabile, è immobile. Un altro filosofo che sosteneva il pensiero di Parmenide era il suo allievo Zenone che dimostro che l' essere era immobile(ponendo un problema, dicendo facciamo un'ipotesi per assurdi, esiste un ente P che si muove, mettiamo due punti A e B il punto P parte dal punto A e deve arrivare al punto B ma il punto P non arriverà mai al punto B perché attraversando il segmento  troverà altri infiniti punti da passare)   perché ha reso di fatto impossibile che il logos dimostri che ci sia un ente che si muova. Invece Empedocle dice che vuole trovare la quantità dell'essere, e lui infatti parla di radici cioè i quattro elementi fuoco. acqua, aria e terra per lui l'essere era diviso in quattro ma avevano la stessa quantità e tutti e quattro erano l'essere infatti diceva anche le  radici giustificavano la quantità dell'essere. Invece Anassagora sosteneva che quattro radici non bastavano a sostenere gli attributi dell'essere e che dovevano essere infiniti lui infatti le chiama Omeomelie(semi)ogni seme è infinito e quindi sono divisibili all'infinito, ma per lui non si poteva attraversare lo spazio perché era fatto di omeomelie , Democrito parla di atomi e parla del fatto che con gli atomi si poteva attraversare il vuoto. 
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Re: Essere
di Gianluca Caputo - giovedì, 19 ottobre 2017, 11:14
 

Faccio sinceramente un po' di fatica a seguire il suo elaborato ma credo principalmente per come è scritto, più per quello che dice.

Analizziamolo.

Parmenide parla dell'essere dicendo che l'essere è e non è. 

Questo essere brutto oltre che una palese contraddizione. Capisco cosa vuol dire ma se lo dice così essere grosso errore.

Scrive anche un poema dove lui incontra una dea che gli mette davanti due via una facile che contiene il falso e i sensi, l'altra è la  via difficile che contiene il vero e il logos. Parmenide sceglie la via difficile perché quella è la via che ammette che le cose e che è necessario che siano(non possiamo dire che una cosa che esiste non esiste perché sarebbe una contraddizione ). 

Non capisco. La via difficile ammette che le cose? Forse voleva dire che le cose esistono? Cioè ha sottinteso "esistono"? Il problema è che sarebbe falso: le "cose" negherebbero l'unità dell'essere. Le cose sono oggetto della doxa, non della scienza.

Parmenide parla anche di una terza via dove è presente l'essere e il non essere, ed è anche la via della doxa(opinione, sensi ). 

La terza via è la via della doxa? Cioè sono due le vie della doxa? In un certo senso è vero... Parmenide la chiama "doxa plausibile" ma detto così non so se capire cosa intende perché come la scrive lei sembra la fotocopia della via dei sensi che abbiamo già citato.

Parmenide parla dell'essere dicendo che è tutto ciò che gli enti hanno in comune, dicendo anche che l'essere è uno, è eterno, è immutabile, è immobile. Un altro filosofo che sosteneva il pensiero di Parmenide era il suo allievo Zenone che dimostro che l' essere era (?) immobile(ponendo un problema, dicendo facciamo un'ipotesi per assurdi, esiste un ente P che si muove, mettiamo due punti A e B il punto P parte dal punto A e deve arrivare al punto B ma il punto P non arriverà mai al punto B perché attraversando il segmento  troverà altri infiniti punti da passare)   

Non è chiara la presenza degli infiniti punti... ma ok

perché ha reso di fatto impossibile che il logos dimostri che ci sia un ente che si muova. Invece Empedocle dice che vuole trovare la quantità dell'essere, e lui infatti parla di radici cioè i quattro elementi fuoco. acqua, aria e terra per lui l'essere era diviso in quattro(?) ma avevano la stessa quantità (NO) e tutti e quattro erano l'essere infatti diceva anche le  radici giustificavano la quantità dell'essere. Invece Anassagora sosteneva che quattro radici non bastavano a sostenere gli attributi dell'essere e che dovevano essere infiniti lui infatti le chiama Omeomelie - OMEOMERIE(semi)ogni seme è infinito e quindi (quindi no, anche gli atomi sono infiniti ma non sono divisibili) sono divisibili all'infinito, ma per lui non si poteva attraversare lo spazio perché era fatto di omeomelie , Democrito parla di atomi e parla del fatto che con gli atomi si poteva attraversare il vuoto. 

Insomma... le idee non mi sembrano del tutto chiare...

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Re: Essere
di valentina minuti - mercoledì, 18 ottobre 2017, 22:53
 

L'essere è stato sin dal principio un argomento messo in discussione tra i filosofi. Il trovare qualcosa di vero che cambi nella Natura è un vero tabù. 

Parmenide dopo aver scelto la via della verità, ovvero dell'essere, (l'essere è e non può non essere) al posto di quella dell'esperienza; afferma quattro punti:

1) l'essere è uno → A≠B

2) ingenerato → se fosse generato, prima di essere sarebbe non essere

3) immobile → se l'essere è, è ovunque quindi dove dovrebbe andare? cosa c'è dove non c'è l'essere?

4) immutabile → Aè→ Bè 

Zenone, allievo di Parmenide, conferma ancora di più le sue idee ipotizzando per assurdo che l'essere si muove. 

Accorgendosi che, indirettamente,  Parmenide parlava anche di cercare qualcosa che comprendesse quantità e qualità, fa riferimento a una terza via. 

La terza via offre una spiegazione verosimile della realtà percepita con i sensi.  

Se come dice Parmenide l'essere è uno,  esso può apparire come molteplice. 

Con il termine "molteplici" possiamo ricondurci ai pluralisti che affermavano che l'essere è uno, ma può apparire come molteplice. 

Un esponente dei pluralisti fu Empedocle che affermó che se tutti i fenomeni sono spiegabili con i 4 elementi (acqua, aria, fuoco e terra) c'è un collegamento con l'essere perche l'essere è acqua, aria, terra e fuco.

Con Democrito parliamo di atomismo ovvero il fatto che tra un atomo e un altro ci sia il voto cioè il non essere. 

In un mondo dove tutto cambia, poter prevedere come i fenomeni sono all'apparenza è già un grande passo. 


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Re: Essere
di Gianluca Caputo - giovedì, 19 ottobre 2017, 11:40
 

L'essere è stato sin dal principio un argomento messo in discussione tra i filosofi. Il trovare qualcosa di vero che cambi nella Natura è un vero tabù. 

Trovare qualcosa di vero che cambi? Che significa? Il vero se cambia diventa falso.

Parmenide dopo aver scelto la via della verità, ovvero dell'essere, (l'essere è e non può non essere) al posto di quella dell'esperienza; afferma quattro punti:

Attenzione alla punteggiatura

1) l'essere è uno → A≠B

Che sia uno è vero, ma che significa A≠B? Chi sono A e B?

2) ingenerato → se fosse generato, prima di essere sarebbe non essere

3) immobile → se l'essere è, è ovunque quindi dove dovrebbe andare? cosa c'è dove non c'è l'essere?

4) immutabile → Aè→ Bè 

Non capisco

Dopo le cose migliorano e finalmente si vede una sintesi.