Classificazione delle scienze

La logica dunque ci permette di conservare la verità, quando la possediamo.

Ma quando la possediamo? Chi mi dice che sono vere (o probabili o possibili) le premesse da cui parte ogni discorso che si voglia scientifico (e sarà tale quale farà uso della logica)?

Questo è un problema della scienza, anzi delle scienze giacché per Aristotele la scienza non è una ma sono molte, a seconda dell'oggetto, del fine e del metodo.


Alcuni commenti:

- Il fine delle scienza teoretiche non può che essere la conoscenza disinteressata perché una conoscenza che parli dell'essere non può avere un fine oltre l'oggetto stesso, perché significherebbe che esiste qualcosa oltre l'essere

- Ogni scienza tratta lo stesso oggetto del suo gruppo di scienze ma in modo diverso: la filosofia prima parla dell'essere in sé, la fisica dell'essere in movimento, la matematica dell'essere in quiete; l'etica parla dell'uomo come individuo, la società dell'uomo come società

- Della fisica fanno parte numerose scienze che prenderanno poi vita propria, come la psicologia, la biologia, la zoologia etc; della matematica fanno parte l'aritmetica e la geometria

- Dello schema qua sopra mi permetto di non condividere solo un aspetto: il metodo delle scienze poietiche è, sì, non dimostrativo, ma i principi sui cui esse si fondano non dire che sono "condivise" e quindi "probabili", ma sono soltanto "possibili". Un oggetto d'arte, infatti, così come un'opera retorica, si fondano su mondi possibili, non necessariamente probabili.


Ultime modifiche: giovedì, 25 gennaio 2018, 11:59