La primavera dei popoli

Negli anni '40 in Europa si registra una forte crisi economica che colpisce prima l'agricoltura (con devastante carestia in Irlanda), poi l'industria (con calo della domanda). Sul piano sociale questa crisi ha ripercussioni sul proletariato urbano che porta nuove rivendicazioni politiche una nuova ondata rivoluzionaria.

L'ondata parte dalla Francia di Luigi D'Orleans (uno dei sovrani meno oppressivi) ma la cui costituzione del 1830 è espressione degli interessi della grande borghesia. Nel 1845 un forte aumento delle tasse porta al rafforzarsi delle opposizioni composte da socialisti, repubblicani e democratici. In particolare a questi ultimi sono negati dei banchetti e il 22/2/1848 scoppia la rivoluzione di febbraio con la nascita della seconda repubblica.

Questa nuova repubblica, con un suo primo governo provvisorio, avrà un forte carattere democratico con

  • introduzione del suffragio universale maschile
  • abolizione della pena di morte per i detenuti politici
  • fine della schiavitù nelle colonie
  • riduzione dell'orario massimo di lavoro a 10 ore
  • introduzione degli atelier nationaux

questi ultimi sono laboratori nazionali contro la disoccupazione fortemente voluti da Blanc (che in realtà aveva proposto i più radicali atelier sociaux, fabbriche autogestite).

Il 23 aprile alle elezioni vincono però i moderati che aboliscono queste ultime due riforme e che porterà alla insurrezione di giugno con la repressione del proletariato e a una nuova costituzione a suffragio popolare. Questa prevede l'elezione diretta del presidente con enormi poteri e che porterà alla presidenza Carlo Luigi Napoleone, nipote dell'Imperatore.

Quando Parigi ha il raffreddore tutta l'Europa starnutisce e una lunga onda di rivolte scoppia in tutta Europa.

Il 13 marzo a Vienna: Ferdinando I licenzia Metternich, concede la libertà di stampa e una costituente a suffragio universale. La protesta su diffonde in tutto l'impero: Boemia, Slovacchia, Italia e Ungheria. Quest'ultima, capitanata da Kossuth, sarà repressa nel sangue anche grazie anche allo Zar Nicola I accorso in aiuto nel nuovo imperatore Francesco Giuseppe.

Il 14 marzo una rivolta scoppia anche a Berlino. Nella Confederazione Germanica 31 Stati riuniti in una Dieta con poteri limitati. I più forti sono Prussia e Austria che si contendono la presidenza. La dieta viene abrogata e al suo posto nasce una assemblea costituente divisa in due correnti: Grande Germania (comprendente l'Austria) e Piccola Germania (senza Austria e con la guida della Prussia). Prevale la seconda tesi e la corona viene offerta al re di Prussia Federico Guglielmo IV che la rifiuta sdegnato perché non riconosce l'assemblea. A seguito della insurrezione di giugno, a Parigi, l'assemblea si scioglie.

Prima guerra di indipendenza

Nel 1846 viene eletto nuovo Papa Pio IX, all'apparenza un papa liberale (amnistia ai detenuti politici e parziale libertà di stampa) che porterà a una "invasione" di riforme anche negli altri Stati (Piemonte e Toscana) da qui il nome "biennio delle riforme" dei due anni successivi.

Il più rigido è Ferdinando II  a Napoli ma una rivolta a Palermo il 12 gennaio 1848 lo convincerà a concedere uno Statuto che conceda l'autonomia della Sicilia. A catena si avranno costituzioni anche in Toscana e Piemonte con lo Statuto Albertino, e anche Roma.

Alla notizia dell'insurrezione di Vienna si hanno rivolte anche a Venezia (17 marzo) che porterà alla Repubblica della Serenissima con la presidenza di Daniele Manin e a Milano (18-23 marzo - le 5 giornate di Milano) con la cacciata delle truppe del maresciallo Radetzky.

A Milano è richiesto l'intervento di Carlo Alberto che dichiara guerra all'Austria con il supporto di Roma, Firenze e Napoli. Scoppia la Prima Guerra di Indipendenza (fase federale).

Radetzky resiste nel quadrilatero (Peschiera, Verona, Legnano, Mantova) e Francesco Giuseppe minaccia uno scisma che porta Pio IX a lasciare la guerra (Allocuzione di Pio IX) e lo seguiranno anche Firenze e Napoli. Solo Torino continua la guerra (fase regia).

Le vittorie di Carlo Alberto (Curtatone Montanara, Goito, Peschiera) portano alle annessioni di Milano, Parma, Modena ma con l'arrivo dei rinforzi austriaci dalla campagna ungherese sarà sconfitto a Custoza e costretto a firmare l'armistizio di Vigevano (9 agosto 1848).

Una nuova ondata di proteste popolari farà cacciare Leopoldo II e Pio IX rispettivamente da Firenze e Roma (trovando rifiugio a Gaeta da Ferdinando II) e alla nascita delle repubbliche toscana e romana. In quest'ultima governano Mazzini, Armellini e Saffi.

La paura della repubblica farà tornare Carlo Alberto in guerra contro l'Austria ma sconfitto a Novara abdicherà in favore del figlio Vittorio Emanuele II.

La Repubblica romana, nonostante la difesa di Garibaldi, capitolerà di fronte all'attacco austriaco e francese di Luigi Napoleone Bonaparte, non prima di aver rilasciato la Costituzione della Repubblica Romana.

Ultime modifiche: giovedì, 4 ottobre 2018, 20:51