Dopo guerra italiano e ascesa del fascismo

6. La creazione del consenso

Nel 1928 due iniziative contribuirono a svuotare il parlamento delle sue prerogative:

  • Il Gran Consiglio del Fascismo diventa organo ufficiale dello Stato
  • Una nuova legge elettorale propone agli elettori una unica lista redatta dal Consiglio e alla quale gli elettori potevano solo indicare con un sì e con un no.

Ai Fascisti venne dato il 98% dei voti. Questo sia grazie al clima intimidatorio (erano facilmente riconoscibili coloro che votavano no) sia grazie ad un avvicinamento del Fascismo alla Chiesa.

Dopo lo scioglimento del Partito Popolare, Mussolini capisce che ha bisogno dell'appoggio delle gerarchie ecclesiastiche che può ottenere mostrandosi come un valido baluardo contro il pericolo socialista.

l'11 febbraio 1929 vennero firmati i Patti Lateranensi, un concordato che stabiliva nuovi rapporti tra lo Stato e la Chiesa:

  • Il Papa Pio XI riconosce Roma come capitale d'Italia
  • Lo Stato riconosce il Vaticano come Stato indipendente
  • Lo Stato risarcirsce il Vaticano di due miliardi di lire per la Breccia di Porta Pia
  • Il cattolicesimo è la religione ufficiale dello Stato 
  • Il matrimonio religioso cattolico è riconosciuto come matrimonio anche civile
  • I vescovi nominati dal Papa dovevano prestare giuramento anche allo Stato

è la fine della laicità dello Stato raggiunta con il Risorgimento. Il cattolicesimo diventa uno dei pilastri del Fascismo e Pio XI potè chiamare Mussolini l'uomo della provvidenza

Chiesa e Stato rimasero concorrenti sul primato dell'educazione e l'Associazione Cattolica fu l'unica associazione non fascista non sciolta dal regime (con la quale perà Mussolini ebbe qualche attrito arrivando a scioglierla e decretando la reazione del Papa con l'enciclica Non Abbiamo Bisogno).

Fondamentale per la costruzione del consenso fu la propaganda per la società di massa (che non poteva essere esclusa dalla vita politica) che aveva lo scopo di trasformare tutti gli italiani in fascisti.

Mussolini fu chiamato Duce del popolo italiano e dette vita al culto della sua persona usando rivolgersi direttamente al popolo per i suoi proclami (in particolare dal balcone di Palazzo Venezia, suo quartier generale). Le sue parole d'ordine venivano scritte a caratteri cubitali sui muri (dove spesso sono visibili ancora oggi).

In questa direzione va la riforma della scuola ideata da Giovanni Gentile del 1923:

  • L'obbligo scolastico era fino alla quinta elementare (con testo unico approvato dal regime)
  • Tre anni di scuola media per accedere alle superiori oppure tre anni di avviamento professionale
  • La scuola superiore era distinta in liceo classico e tecnici/magistrali
  • Solo il Liceo Classico dava accesso a tutte le università e doveva preparare le future classi dirigenti

La scuola fu un ottimo strumento del regime per plasmare l'uomo nuovo fascista. Già l'iscrizione a scuola comportava l'iscrizione dei bambini nelle organizzazioni giovanili del regime in cui si esaltava la grandezza del fascismo e del Duce:

  • Figli della lupa (6/7 anni)
  • Balilla e Piccole Italiane (8-14) 
  • Avarguardisti e Giovane Italiane (14-18)
  • Gruppi universitari fascisti - GUF (per chi faceva l'università)

Il motto delle associazione era sempre: credere, obbedire, combattere

Dal 1931 anche i docenti universitari erano costretti ad aderire al Fascismo.

Il regime seppe costruire il suo consenso anche grazie all'uso delle nuove tecnologie: la radio e il cinema.

Dal 1925 la radio trasmetteva i discorsi di Mussolini.
Nel 1927 fu fondato l'EIAR (ente radiofonico) con il monopolio delle trasmissioni radiofoniche.

Nei cinema venivano trasmessi i cinegiornali realizzati dall'Istituto Luce con lo scopo di informare sugli avvenimento nazionali e internazionali con la consueta propaganda fascista. Mentre i film erano ancora muti, i cinegiornali avevano il sonoro.

Il Fascismo creò il Ministero della cultura popolare (MINCULPOP) che concentrò il controllo totale della cultura e dell'informazione, anche giornalistica, del paese. 

Nell'Italia fascista il ruolo della donna era molto marginale (in contrasto con quanto detto nel 1919 con la creazione dei Fasci combattenti): il suo ruolo era quello di custode del focolare e creatrice di figli della patria.L'aborto era proibito come crimine di Stato e le famiglie numerose ricompensate.

Centrale, nella cultura, fu la diffusione del mito della romanità. Dall'Impero Romano furono presi come simboli il fascio littorio (bastoni rilegati usati dai littori con il compito di proteggere i magistrati dotati di imperium) e l'aquila imperiale e il saluto romano. Il 21 aprile, anniversario della fondazione di Roma, divenne festa nazionale. Anche l'architettonica si adattò ridisegnando ampi quartieri di Roma e spazzando via molti quartieri storici di origine medievale.